Comunali Rende, Principe: «Riprendiamo insieme il cammino»
- Postato il 10 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Comunali Rende, Principe: «Riprendiamo insieme il cammino»
Intervista al candidato a sindaco di Rende Sandro Principe in vista delle elezioni comunali
IL candidato a sindaco di Rende Sandro Principe ha rilasciato un’intervista al Quotidiano in vista delle elezioni amministrative del 25 e del 26 maggio. L’ex sottosegretario è sostenuto da sei liste: Insieme per Rende, Rende riformista, Rende avanti, Innova Rende, Italia del Meridione e Avanti Rende libera. Sulla candidatura di Principe si è registrata la convergenza di diverse forze partitiche e civiche nonché del Comitato del no alla fusione nella sua interezza.
Onorevole Principe lei ha evidenziato in più circostanze gli appelli dei cittadini a candidarsi e la sua consequenziale incapacità di rifiutare la discesa in campo per amore di Rende. La città vive un momento delicatissimo. Si lascia alle spalle un commissariamento del Municipio in seguito allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Ogni elezione sembra essere, per definizione, un appuntamento con il destino ma oggi avverte realmente, rispetto al passato, una certa solennità in questa tornata elettorale?
«Ho questa sensazione. Un’impressione che avevo colto già in occasione del referendum consultivo sulla città unica che ha rappresentato il risveglio della coscienza dei rendesi. In questi dieci anni era andato smarrito il senso della comunità. La scelta del centrodestra di eliminare Rende con un atto d’imperio dalla carta geografica ha ridestato quel senso di appartenenza comunitario. Sono stato chiamato a dare un contributo contro la fusione e rivedendo il mio impegno i cittadini evidentemente hanno fatto una riflessione e hanno pensato che Rende avesse bisogno ancora di me. Una richiesta pressante e alla fine non me la sono sentita di dire no. Si tratta per me di un grande sacrificio ma nelle mie liste d’altronde c’è la migliore gioventù di Rende che mi aiuterà. Un contributo che servirà a loro per irrobustirsi dal punto di vista politico-amministrativo e diventare la classe dirigente di domani. Siamo davanti a un tornante insidioso della storia di Rende, speriamo di superarlo agevolmente».
È superfluo chiederle la posizione sulla Città unica visto il suo ruolo nel Comitato del no. Lei pensa che, in caso di affermazione, gli altri candidati si batteranno per garantire l’autonomia di Rende? Nel day after il referendum lei tornò sulla questione della necessità dell’Unione dei Comuni. Immagino intenda perorare questa causa.
«Tutti i partiti presenti nel Parlamento hanno appoggiato la proposta di legge regionale. Quest’ultima non è stata ritirata e pertanto rimane in vita fino alla fine della legislatura. Mi auguro che gli impegni assunti dagli altri candidati siano realmente rispettati in caso di una loro affermazione e che garantiscano il voto popolare e di conseguenza la democrazia. Le città non si cancellano con un colpo di spugna.
Ciò non significa che noi non avvertiamo la necessità di governare l’area vasta di Cosenza, Rende e Castrolibero a cui aggiungo Montalto Uffugo, che rappresenta una presenza imprescindibile, e gli altri Comuni delle Serre e del Savuto. Noi ribadiremo l’esigenza dell’Unione dei Comuni, serve un’unificazione dei servizi. Sul fronte dell’urbanistica non è possibile che i sindaci precedenti hanno varato i Piani strutturali comunali (per fortuna è stato revocato quello di Rende) senza mai nemmeno prendersi un caffè. Dobbiamo pensare a un Piano strutturale associato e per Rende faremo scelte molte equilibrate. Sul fronte delle infrastrutture ci batteremo per lo svincolo di Settimo e per la realizzazione della metroleggera, progetto e finanziamenti persi per volontà del centrodestra. Sono convinto che la Regione dovrà prevedere un piano di bacino per i trasporti.
Con l’Unione dei Comuni servono poi politiche di sostegno per le categorie più fragili. Penso poi al mondo del lavoro. Non è un caso se l’eccellenza dell’Unical sia a Rende. Forse perché qualcosina abbiamo fatto, senza contare che il peso dei servizi grava da quarant’anni sul Comune di Rende. Qualche senatore che si segnala al massimo per la promozione di sagre della castagna parla di bilanci sani ma Rende ha fatto miracoli gestendo 80mila utenti. La terza missione dell’Unical è di contribuire a far restare i giovani. In parte questo già avviene, penso ad esempio a Ntt Data (ma ci sono anche altre realtà). Credo che anche l’artigianato debba essere sostenuto in tutti i modi. Mi consenta un inciso sul centro storico. Forse sono stato un sindaco “incompreso” ma penso di aver fatto tanto. Il centro storico ha tutte le caratteristiche per essere un attrattore culturale e un paese albergo. È da qui che vogliamo ripartire, ad iniziare dalla riapertura delle scale mobili».
Si parla tanto della realizzazione del Policlinico universitario. Cosa ne pensa? Potrebbe rappresentare la panacea dei mali della sanità locale?
«Noi ci siamo battuti per anni per avere la facoltà di Medicina quando nessuno ci credeva. Oggi si pone il problema del Policlinico universitario, ma non si realizza con la bacchetta magica. È bene che si pensi alla realizzazione perché una facoltà di medicina deve “produrre” ricerca. In prospettiva è tutto ineccepibile. Siamo per proseguire questa linea ma chiediamo con forza che nel frattempo l’Annunziata torni a essere un ospedale normale. Deve cessare lo scandalo quotidiano del pronto soccorso. Si potenzi la sanità sul territorio in modo da drenare gli accessi dal Pronto soccorso. La nostra posizione è chiara: il Policlinico va benissimo ma bisogna rafforzare l’Annunziata e la medicina territoriale».
Principe, Che mi dice del Partito democratico? Si assiste nuovamente a una diaspora del centrosinistra a Rende. Sembra quasi che i dem vedano lei e l’area riformista come fumo negli occhi nonostante i suoi appelli all’unità.
«Intanto mi permetta di precisare che io guido il vero centrosinistra. Nella mia coalizione c’è il Psi, Psdi, i repubblicani, Azione, Italia viva, il Movimento cattolico Noi e naturalmente lo storico riformismo rendese che vanta anche esponenti del Pd. Sono stato un fondatore del Pd ma questo partito non ha mai amato l’autonomia. Qualche reperto archeologico del vecchio Pci ha sempre mal digerito l’autonomia di noi socialisti.
A Rende sono quindi arrivati a presentarsi altrove sotto mentite spoglie senza avere il coraggio di esibire il simbolo di partito. E lo hanno fatto in un contesto particolare dove l’area più forte che sostiene Bilotti è l’ex maggioranza di Marcello Manna. Per non farsi mancare nulla in questa coalizione c’è un pezzo del centrodestra, mi risulta infatti che tra gli sponsor di Bilotti ci sia anche il vicepresidente del Consiglio regionale».
Per quale motivo i rendesi dovrebbero riporre nuovamente la fiducia in lei e nella sua coalizione nella consultazione elettorale del 25 e 26 maggio. Quale appello lancia in tal senso?
«Premesso che gli uomini sono nati per sbagliare, nel corso del mio impegno politico ho certamente commesso degli errori. I cittadini dopo aver sperimentato la favola del cambiamento a tutti i costi hanno capito che si è trattato di un disastro. I rendesi hanno compreso che è necessario affidarsi a mani sicure, a persone che amano questa città e riprendere insieme il cammino. Spero di non deludere i miei concittadini, gli altri senza avere titoli dicono che “faranno”, noi diciamo che “abbiamo già fatto”, non ci resta che proseguire sulla buona strada e mettercela tutta affinché i sogni diventino realtà».
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