Comunali, l’adunata della sinistra che vuole le primarie e il “passo avanti” di Acquarone

  • Postato il 26 novembre 2024
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Generico novembre 2024

Genova. “Se mettiamo Pinotti, Terrile, Romeo perderanno. Facciamo le primarie. Se serve un passo avanti lo faccio io, lo può fare chiunque. Possiamo vincere“. A tirare le somme alla fine della serata è Andrea Acquarone, saggista e giornalista, già presidente dell’associazione Che l’inse! e candidato alle comunali del 2017 con Arcangelo Merella, in un certo senso il deus ex machina dell‘assemblea della sinistra “diffusa” che si è radunata ieri nel foyer del Teatro della Tosse per tentare di rispondere alla domanda in vista delle comunali genovesi del 2025: che fare?

Buona parte della risposta in realtà era contenuta nelle intenzioni di chi ha promosso l’iniziativa: rappresentanti della sinistra civica, al di fuori dei partiti o perlomeno al di fuori del Partito Democratico, il quale, dopo aver dimostrato la sua rinnovata egemonia nel capoluogo (nonostante la sconfitta a livello regionale) vorrebbe, secondo molte indiscrezioni, passare all’incasso e proporre un suo candidato, magari forte di un consenso già misurato alle urne. Un’operazione che non piacerebbe a quel mondo progressista poco avvezzo a riconoscersi nelle tradizionali bandiere e quindi favorevole al meccanismo delle primarie per scegliere il prossimo candidato sindaco.  

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E così, incoraggiati da birrette e salatini in un clima conviviale, col sottofondo chitarristico costante di Luca Marchese, si sono dati appuntamento in un confronto aperto personaggi come Luigi Cornaglia, protagonista della campagna di Marco Doria per le primarie, Marco Montoli, anima del Ce.Sto, la consigliera comunale rossoverde Francesca Ghio, il saggista Pierfranco Pellizzetti, il digital guru dei movimenti progressisti Pietro Mensi, l’ex candidata presidente del Municipio Medio Levante Camilla Ponzano e ancora Giorgio Scarfì condottiero di diverse battaglie nel gruppo Genova, contro il degrado. Presenti, seppur silenti, anche lo scrittore Bruno Morchio, l’architetto Giovanni Spalla, l’attivista del centro storico Andrea Piccardo, la consigliera regionale di Avs Selena Candia, l’ex candidato sindaco Ariel Dello Strologo.

Il Partito Democratico cittadino in realtà ha inviato una piccola truppa composta da Simone D’Angelo, Simohamed Kaabour e Davide Patrone, tutti usciti dalla sala prima che finisse il dibattito senza partecipare. Presente anche Stefano Giordano, coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle eletto in Regione.

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L’argomento primarie viene toccato sempre di striscio prima dell’intervento conclusivo “Dobbiamo creare contesti in cui ascoltarci, serve disobbedienza civile”, rimarca Francesca Ghio. Dal canto suo Montoli ha chiarito che non ha mai pensato di candidarsi né pensa di farlo adesso. Nell’intervento di Pietro Mensi le istruzioni d’uso per provare a vincere: costruire una nuova narrazione collettiva, piccoli gruppi di attivismo, non avere paura di “cedere il potere” ad altri.

Insomma, non una vera chiamata alle armi ma un modo per contarsi e per far vedere alla sinistra partitica che c’è chi vorrebbe un percorso diverso. Perché altrimenti si finisce di nuovo “in un vicolo cieco“, riprendendo le parole finali di Acquarone. “Il messaggio è che le forze politiche da sole non ce la possono fare perché le loro logiche sono fallaci. Basta liturgie e forma programmatica, serve una forza in grado di trasmettere un’emozione. Dalle associazioni, dalla sinistra diffusa, molti mi hanno chiesto: ma chi è il nostro candidato?“. Da qui il “passo avanti”, per ora ben lungi da una vera candidatura da outsider. Ma l’idea è quella. E il tempo per arrivarci, se si voterà in primavera come sembra probabile, non è poi tantissimo.

Autore
Genova24

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