Como, Fabregas e quel no all'Inter, Chivu contro l'ultimo tabù
- Postato il 5 dicembre 2025
- Di Virgilio.it
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Inter-Como non può essere una partita come tutte le altre. Non può esserlo sicuramente per Cesc Fabregas, tecnico dei lariani che sta stupendo tutti in Serie A e già in estate ha attirato su di sé le attenzioni del club presieduto da Giuseppe Marotta. Da quel “no” ai nerazzurri ne è passata di acqua sotto i ponti, ma è chiaro che il manager spagnolo sembra destinato a palcoscenici ancora più ambiziosi. Domani, intanto, il confronto con un altro giovane allenatore come Cristian Chivu, che s
- Fabregas e quel no all'Inter nel nome delle idee
- Chivu sfida l'ultimo tabù: il precedente con Fabregas
- Inter, Fabregas: la risposta sul "no" in estate
Fabregas e quel no all’Inter nel nome delle idee
Cesc Fabregas è un allenatore che non ha certo bisogno di presentazioni. Non ne ha bisogno grazie a un pedigree che parla per lui, dopo una carriera da calciatore costellata di successi e una serie di feedback positivi che hanno accompagnato i suoi esordi da tecnico. Feedback che arrivano dai migliori manager al mondo, con Pep Guardiola e Arsene Wenger sempre pronti a spendere parole al miele per l’ex Arsenal, Barcellona e Chelsea.
Chi ha vinto tutto è consapevole che non è facile ripetersi. Tanto da calciatore quanto da allenatore. È possibile però rigenerare le motivazioni, senza scendere necessariamente a compromessi, consolidando le proprie idee anche in un calcio lontano anni luce da quello spagnolo, forse più affine alle caratteristiche del Fabregas allenatore. Il suo Como è questo, prendere o lasciare. E le ambizioni, adesso, iniziano a far rima con i risultati, proprio come nel girone di ritorno della scorsa stagione, con 31 punti, 9 vittorie e 28 gol segnati (e sole 20 subite).
L’Inter aveva capito che Fabregas poteva essere l’uomo giusto per il dopo Inzaghi. Un elemento di rottura dopo anni di continuità tecnica e tattica. Eppure qualcosa è andato storto, o semplicemente non doveva andare in una certa direzione in quel preciso momento. Per entrambi. Solo una chiacchierata nell’estate londinese, approfittando di un incontro con i vertici del Como, con Ausilio alla finestra. Ma il matrimonio non s’aveva fare.
Chivu sfida l’ultimo tabù: il precedente con Fabregas
A rendere ancor più piccante l’appuntamento di San Siro è un precedente tra Cristian Chivu e Cesc Fabregas. Il più recente, lo scorso 3 maggio, con il tecnico romeno sulla panchina di un Parma condotto alla salvezza e lo spagnolo al timone di un Como capace di chiudere al decimo posto in classifica a fine campionato. Al “Tardini” finì 1-0 per i lariani, con l’attuale allenatore dell’Inter che vuole ora sfatare anche l’ultimo tabù, vincendo una sfida che assume inevitabilmente i contorni di uno scontro diretto. Almeno per la zona Champions.
In caso di colpaccio esterno al “Meazza”, infatti, il Como si porterebbe addirittura a quota 27, affiancando proprio l’Inter e tenendo il passo delle big del campionato. Inoltre, servirebbe per mettere ulteriore pressione a Napoli e Juventus, che si affronteranno nel posticipo domenicale alle ore 20:45 al “Maradona”. Occasione ghiotta per rosicchiare punti importanti e per sprint significativi.
Inter, Fabregas: la risposta sul “no” in estate
È un Cesc Fabregas molto carico e motivato quello che ha presentato in conferenza stampa la sfida tra Inter e Como, che rischia di rappresentare una sliding door importante per ambo le squadre in questa stagione. Come previsto, non è mancata una battuta sul suo “no” all’Inter in estate: “Non parlerò di questo, non mi interessa ora. Mi fa male questa domanda, per l’emozione. Io sono al Como, mi mangio tutto e tutti per il Como. Andremo a vincere la partita, per fare una grande prestazione e continuare a crescere e niente di più. Io non sono quello: ‘È successo questo, ora sono più debole’. No, io faccio il lavoro che faccio“.
E poi ha aggiunto: “L’Inter ha una grandissima squadra e un grandissimo allenatore , con dirigenti pure. Vado tantissimo a San Siro a vedere l’Inter in Champions, perché loro sono la squadra più forte. Qua non c’è vergogna per questo. Io ammiravo l’Inter di Inzaghi, chiudono gli occhi i e tutti sanno dove sono. Non c’è vergogna nel dire che li analizziamo, ma noi vogliamo fare la migliore partita del mondo. Non siamo noi la squadra che deve mettere paura all’Inter, loro hanno giocato due finali di Champions. Noi vogliamo fare una partitona“.