Commissariata una società del gruppo Valentino: “Caporalato negli opifici cinesi a cui è subappaltata la produzione”

  • Postato il 15 maggio 2025
  • Lavoro
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Ancora accuse di caporalato nei confronti di società della moda. La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per la Valentino Bags Lab, società di produzione di borse e accessori da viaggio basata a Rosate che fa capo a Valentino spa, in un’inchiesta della Procura di Milano che ha svelato l’incapacità del marchio di “prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo” lungo la filiera produttiva. L’accusa è di omesso controllo sul caporalato in alcuni opifici cinesi nella catena dei sub-appalti.

La Valentino Bags Lab non è indagata, ma i giudici della sezione hanno accolto la richiesta del pubblico ministero Paolo Storari di nominare un amministratore giudiziario. Storari nel 2024 aveva chiesto e ottenuto i commissariamenti anche di Alviero Martini, Armani operations e Manufactures Dior, poi revocati dopo che le società hanno adottato contromisure. Nella sua richiesta, il pm scrive che Valentino Bags Lab srl ha tratto “beneficio” economico dall’attività di imprenditori cinesi che “sfruttano pesantemente il lavoro dei loro connazionali”, omettendo “qualsiasi controllo” sulla propria “catena produttiva” e di fatto “agevolando” soggetti indagati per caporalato.

Sette opifici clandestini con lavoratori in nero – I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Milano hanno accertato l’esistenza di sette opifici cinesi clandestini e irregolari negli appalti del brand, i cui titolari sono stati tutti denunciati per caporalato. Sono stati identificati 76 lavoratori di cui 9 tutti occupati in nero e 3 senza documenti. Negli stabilimenti di produzione è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in “condizione di sfruttamento” con pagamento sotto soglia, orario di lavoro non conforme, ambienti di lavoro insalubri e in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro ospitando gli operai all’interno di dormitori abusivi. Sono state fatte multe per 286mila euro e sanzioni amministrative per 35mila euro.

“Plurimi indici di sfruttamento” – Per i giudici Rispoli-Spagnuolo Vigorita-Canepari “plurimi indici di sfruttamento” nella filiera degli appalti sono emersi in “modo eclatante” e avevano il “chiaro fine di abbattere i costi del lavoro“. Per la sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano dai fornitori del brand “vengono completamente evase le imposte dirette” e “relative al costo dipendenti” come “contributi, assicurazione infortuni“. Le aziende hanno omesso “tutti i costi relativi alla sicurezza, sia dei dipendenti che degli ambienti di lavoro” con assenza di “visite mediche” e “formazione”. La sicurezza degli operai del settore moda è stata messa a rischio “dalla rimozione di dispositivi di sicurezza dalle macchine (spazzolatrici, incollatrici, adesivatrici, macchine spaccapelle)” e “dalla non corretta custodia dei materiali chimici ed infiammabili”.

La società “può competere sul mercato solo esternalizzando” – Quanto al legame con la Valentino Bags, le indagini hanno accertato che la casa di moda affida “l’intera produzione di parte della collezione di borse e accessori a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi”. L’azienda committente provvede alla prototipazione dei manufatti mentre per la riproduzione su scala industriale “può competere sul mercato solo esternalizzando le commesse a opifici gestiti da cittadini cinesi, i quali anche mediante il ricorso a sub appalti non autorizzati riescono ad abbattere i costi ricorrendo al sistematico impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento”. Un sistema che “consente di realizzare una massimizzazione dei profitti inducendo l’opificio cinese che produce effettivamente i manufatti ad abbattere i costi da lavoro facendo ricorso a manovalanza ‘in nero’ e clandestina, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

La casa di moda Valentino è stata acquisita nel 2012 dalla Mayhoola for Investments che fa capo al fondo sovrano del Qatar.

L'articolo Commissariata una società del gruppo Valentino: “Caporalato negli opifici cinesi a cui è subappaltata la produzione” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti