Come sosteniamo la competitività del settore farmaceutico. Scrive il viceministro Valentini
- Postato il 21 dicembre 2024
- Economia
- Di Formiche
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Il settore farmaceutico rappresenta un polo industriale di eccellenza nel panorama italiano. Questo comparto, infatti, è primo nel ranking di competitività nei settori produttivi nazionali, un risultato che è legato ai 3 miliardi di investimenti in innovazione, di cui ben 2 destinati al settore della ricerca e dello sviluppo, come testimoniato dalle domande brevettuali che sono superiori alla media europea. L’Italia, inoltre, si distingue per il suo primato in Europa nel settore della Contract Development Manufacturing Organization (CDMO), con un valore di produzione superiore ai 3,5 miliardi di euro (il 23% del totale dell’Unione Europea). Questo sottolinea la capacità delle nostre imprese di attrarre investimenti internazionali, posizionando il Paese come hub fondamentale per la produzione in conto terzi.
Il comparto si distingue anche per l’impegno verso la sostenibilità: oggi, la tutela dell’ambiente rappresenta, infatti, un fattore determinante per la salute in un approccio one-health che mira ad un concetto di salute globale in cui la salute umana, quella animale e la salute di tutto l’ecosistema sono indissolubilmente collegate tra loro. Questo aspetto è espressamente richiamato anche dal position paper “Salute & Sostenibilità: Binomio strategico per il sistema Paese”, elaborato da The European House – Ambrosetti in partnership con UCB Pharma, che approfondisce l’interconnessione tra salute e sostenibilità nella realtà italiana. Le aziende presenti sul nostro territorio, infatti, stanno giocando un ruolo fondamentale nella promozione di un approccio integrato che sappia coniugare la sostenibilità ambientale con la salute globale. In questa direzione, il settore, negli ultimi dieci anni, ha ridotto i consumi energetici del 32%, dimostrando un forte orientamento verso la green economy. Tale impegno si inserisce perfettamente nel concetto di “One Health”, che promuove una visione olistica della salute, dove la sostenibilità è al centro delle scelte aziendali.
L’industria farmaceutica italiana è all’avanguardia anche in ricerca e sviluppo, con una crescita del 20% degli investimenti dal 2018 al 2023. Le imprese investono ogni anno oltre 700 milioni di euro in studi clinici, contribuendo al sistema nazionale di ricerca e stimolando la crescita di professionalità nel settore. Gli studi clinici, in particolare, sono una delle aree in cui l’Italia eccelle, grazie alla presenza di centri di ricerca d’avanguardia in oncologia, neurologia e cardiologia. In questo contesto, il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimt) ha istituito otto competence center, partenariati pubblico-privati, che svolgono attività di orientamento, formazione e supporto nell’attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Per sostenere la costante crescita del settore, il Mimt, insieme al ministero della Salute, ha avviato due tavoli di lavoro volti a rafforzare l’industria farmaceutica e biomedicale. Inoltre, sono state messe in campo altre politiche innovative, come, ad esempio, l’istituzione di uno sportello unico per le imprese estere, dove ogni progetto di investimento viene seguito in modo personalizzato, mediante un supporto dedicato nell’ambito dei procedimenti legati al riconoscimento di incentivi e agevolazioni. Nel 2023, in aggiunta, è stata creata anche un’unità di missione per attrarre investimenti esteri e accelerare le procedure autorizzative, contribuendo così a migliorare l’efficienza del sistema e attrarre risorse in tempi rapidi.
Anche a livello europeo il settore farmaceutico sta acquisendo una crescente centralità, come evidenziato dal documento presentato da Mario Draghi alla Commissione europea su “Il futuro della competitività europea” e dagli obiettivi programmatici indicati dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, tra i quali rientra la revisione della cosiddetta pharma legislation, il pacchetto di riforma della legislazione farmaceutica, presentato nell’aprile 2023, che sarà nuovamente esaminato nel 2025 per assicurare, tra l’altro, la competitività del settore, oltre alle altre due iniziative attese che riguardano il “Biotech Act” che conterrà iniziative volte a rafforzare la regolamentazione e la competitività delle biotecnologie e il “Critical Medicines Act” per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali critici in Europa. Il lavoro preparatorio del “Biotech Act” sarà coordinato dal Commissario europeo per la Salute con la partecipazione del Commissario europeo per la Ricerca.
A livello italiano, sarà quindi fondamentale coordinare le azioni nazionali verso l’Unione europea e, in quest’ottica, il tavolo per la farmaceutica e il biomedicale può rappresentare un prezioso strumento di impulso verso la nuova legislazione europea. Per tale ragione, questo tavolo sarà ri-attivato a breve in modo da assicurare anche la collaborazione degli stakeholder su un tema strategico per la competitività e la sicurezza globale.