Come si calcola il codice fiscale?

  • Postato il 19 settembre 2024
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  • Di Genova24
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Generico settembre 2024

Il codice fiscale viene attribuito dall’Anagrafe Tributaria ad ogni individuo nato in Italia e ai cittadini stranieri residenti che lo richiedono: si presenta come una tesserina plastificata con colore verde o blu (nella versione Tessera Sanitaria) ed è un documento da avere sempre a portata di mano.

Il codice viene calcolato grazie ad un algoritmo che tiene conto delle informazioni anagrafiche della persona: nome, cognome, sesso, data e luogo di nascita.

Da queste informazioni basilari è possibile ricavare un codice alfanumerico di 16 caratteri univoco per milioni di italiani che permette di essere identificati senza possibilità di errore in molteplici occasioni: per certificare e detrarre l’acquisto di medicinali o spese mediche, alla firma di un contratto o quando apriamo un conto corrente, per l’emissione di una fattura fiscale.

Ricordarsi il proprio codice fiscale può essere difficile ma per fortuna esistono siti web che permettono di calcolo del codice fiscale e danno la possibilità di stamparlo, copiarlo oppure aggiungerlo ai preferiti per averlo sempre a portata di mano sul proprio smartphone quando ci serve.

Ma se qualcuno si chiedesse come viene materialmente calcolato il codice fiscale, ecco una breve e semplice guida.

Il codice è composto da un blocco iniziale di sei lettere che rappresentano il cognome e il nome dell’individuo. Le prime tre lettere del codice corrispondono al cognome, generalmente selezionando la prima, la seconda e la terza consonante. A seguire, si trovano le tre lettere derivanti dal nome, ottenute dalla prima, dalla terza e dalla quarta consonante.

Se nome o cognome presentano due sole consonanti, la terza lettera indicherà la prima vocale: ad esempio per il cognome Sala la sigla sarà SLA. Se invece nome o cognome sono costituiti da 2 sole lettere, si prendono entrambe e si aggiunge una X finale: il cognome Re sarà trasformato in REX.

A seguire saranno indicate le ultime due cifre dell’anno di nascita. la lettera successiva non è altro che il mese corrispondente per il quale A corrisponde a gennaio, B a febbraio e così via fino alla T che indica il mese di dicembre.

Dopo il mese troviamo il giorno di nascita che per le donne viene indicato sommato al numero di 40 mentre per gli uomini viene trascritto così com’è. Se Paolo Ricci fosse nato il 18 aprile il giorno della nascita sarebbe indicato con la cifra 18. Per Marta Parodi nata il 27 novembre, la cifra indicata sarebbe 67: in questo modo abbiamo anche un’indicazione del sesso dell’individuo senza aggiungere un carattere.

I successivi quattro caratteri (una lettera e tre cifre) si riferiscono al comune di nascita del soggetto, attraverso i codici ISTAT assegnati a ciascun comune italiano dall’Agenzia delle Entrate. Ad esempio il codice ISTAT di Genova è D969pertanto tutti i cittadini nati a Genova condivideranno questi 4 caratteri nel proprio codice fiscale.

Se invece l’individuo è nato all’estero, nel codice fiscale si fa riferimento allo stato di nascita senza alcuna informazione sulla città di nascita: la sequenza inizia con la lettera Z e prosegue con l’identificativo del Paese di 3 cifre.

L’ultima lettera è molto importante perchè rappresenta un carattere di controllo che serve a garantire la correttezza del codice e allo stesso tempo impedisce che il medesimo codice fiscale possa appartenere a due omonimi: nel caso infatti che due individui condividano gli stessi dati anagrafici il carattere di controllo assegnato sarà diverso.

Autore
Genova24

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