Come sconfiggere l’insonnia: il rimedio che nessuno conosce

  • Postato il 30 settembre 2025
  • Salute
  • Di Blitz
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Salute del sonno: qual è il metodo più efficace per combattere l’insonnia? Esiste un rimedio poco conosciuto che si rivela risolutivo. 

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha rivoluzionato il concetto tradizionale di salute del sonno, spostando l’attenzione dal mero conteggio delle ore dormite alla qualità e, soprattutto, alla regolarità del ritmo sonno–veglia. Un contributo fondamentale a questa nuova visione è arrivato dagli studi del neurobiologo Giorgio Gilestro, professore associato presso il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Imperial College di Londra, che sottolinea come l’ossessione per un numero fisso di ore di sonno possa risultare più dannosa che benefica, definendola una vera e propria forma di “sleep terrorism”.

La regolarità del sonno come chiave per la salute

Il paradigma classico che associava la durata del sonno a un rischio più elevato di mortalità precoce è oggi messo in discussione da ricerche più recenti. In particolare, uno studio del 2023 condotto su quasi 61 mila partecipanti, parte integrante del vasto progetto UK Biobank, ha analizzato oltre 10 milioni di ore di sonno tramite accelerometri, mettendo in evidenza l’importanza della regolarità del ritmo sonno–veglia. Il risultato è chiaro: mantenere orari costanti per andare a dormire e svegliarsi riduce significativamente il rischio di mortalità per tutte le cause (tra il 20 e il 48%), per il cancro (tra il 16 e il 39%) e per le malattie cardiometaboliche (tra il 22 e il 57%). Questi dati indicano che la regolarità del sonno supera in importanza la quantità delle ore dormite, facendo emergere la necessità di un approccio più flessibile e personalizzato alla gestione del riposo.

gli studi sulla salute del sonno
Benessere e sonno: i più recenti studi – blitzquotidiano.it

Un aspetto centrale sottolineato da Gilestro riguarda il legame tra stress cronico e qualità del sonno. Il neurobiologo evidenzia come l’ansia e la preoccupazione per il sonno stesso possano aggravare disturbi come l’insonnia, trasformando la difficoltà a dormire in un circolo vizioso. In questo senso, la terapia comportamentale cognitiva, che si concentra sulla riduzione dell’ansia e sull’adozione di un atteggiamento mentale più rilassato rispetto al sonno, si conferma la strategia più efficace per migliorare la qualità del riposo. La regola d’oro è infatti “non stressarsi per il sonno”: meno si teme di non dormire, più il sonno tende a stabilizzarsi e a diventare continuo.

Il contesto scientifico e le prospettive future

Il progetto UK Biobank, che coinvolge oltre 500.000 persone nel Regno Unito e raccoglie dati su vari parametri sanitari lungo il ciclo di vita, rappresenta una risorsa fondamentale per comprendere le interazioni tra genetica, stile di vita e malattie croniche. I risultati emersi dallo studio sul sonno si inseriscono in un più ampio quadro di ricerca che esamina l’invecchiamento multiorgano e la sua influenza sulla salute generale. Un recente studio basato sui dati UK Biobank ha dimostrato come l’età biologica degli organi, influenzata da fattori genetici e ambientali, possa predire il rischio di malattie croniche e mortalità, aprendo la strada a strategie terapeutiche mirate per rallentare il declino fisiologico.

La regolarità del sonno, dunque, si configura come un elemento essenziale non solo per la prevenzione di malattie metaboliche e oncologiche, ma anche per il mantenimento di un invecchiamento sano e controllato. Il lavoro di Gilestro e dei suoi colleghi spinge verso un cambio di paradigma che valorizza la qualità e la stabilità del sonno nel tempo, piuttosto che la semplice quantità, considerando inoltre la fondamentale influenza dello stress e della salute mentale. Questo approccio integrato promette di migliorare le strategie preventive e terapeutiche rivolte a milioni di persone affette da disturbi del sonno e patologie correlate.

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Autore
Blitz

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