Come sarà (e con quali obiettivi) la nuova Inter di Chivu
- Postato il 28 luglio 2025
- Di Panorama
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Aggressiva, verticale, ibrida e meno prevedibile. E poi? Competitiva. Ambiziosa. Sei aggettivi per definire la nuova Inter, quella che Marotta e Oaktree hanno messo nelle mani di Cristian Chivu per cancellare gli effetti malefici di un finale di stagione che ha bruciato tutti gli obiettivi lasciando il mondo nerazzurro a vivere un’estate a mani vuote. Annata finita da pochissimo, in realtà, eppure già saldata a quella nuova che parte con un grande assente: Simone Inzaghi. Mai nominato (o quasi) se non come il precedente allenatore, quello che in un ciclo di quattro anni saldato alla parentesi di Antonio Conte, ha consentito all’Inter di “essere la squadra più vincente in Italia”.
Trofei e numeri messi in fila da Marotta, un po’ per tracciare il bilancio e molto per togliersi qualche sassolino dalle scarpe in settimane che non sono semplici per chi è arrivato a un passo dall’afferrare tutto salvo poi accorgersi che, per vincere, “è mancato un centimetro”. L’immagine è quella scelta dal numero uno dell’Inter e dentro quel centimetro c’è tutto.
Inter, difficile cancellare le delusioni della passata stagione
Prima sensazione: le scorie del finale delle occasioni perse sono ancora dentro la testa dell’Inter. Estrarle sarà un lavoro delicato per Chivu, tecnico emergente il cui arrivo ha scioccato il popolo nerazzurro: “Si è detto che è stata una scelta di rincalzo ma non c’è nulla di più falso: era il profilo giusto per il nuovo corso voluto dalla società” lo ha difeso Marotta. Poi via con una serie di negazioni. Aver cercato Fabregas prima di lui “non significa averlo sminuito” e, soprattutto, avviare un progetto diverso e più giovane non vuol dire non puntare a vincere.
Seguire il filo delle parole marottiane: “Inutile nasconderci dietro frasi inutili come ‘Dobbiamo arrivare nei primi quattro’. Dobbiamo vincere, se non ce la faremo vuol dire che qualcuno è stato più bravo”. Stilettata a chi da altre parti gioca allo scaricabarile delle responsabilità. La parola ‘scudetto’ viene pronunciata senza grande enfasi, ma il concesso è chiaro anche a Chivu che dovrà far passare il gruppo dalle parole e dai proclami ai fatti: “Non guardiamo al passato e non abbiamo nessuna rivincita da prendere. Guardiamo a quello che vogliamo costruire, abbiamo ereditato una situazione in cui l’Inter è sempre stata ai vertici e abbiamo l’obbligo di mantenerla lì a prescindere che si vincano o no i titoli”.
Oaktree, bilancio in attivo e budget sul mercato
Detto da uno che ha fatto il Triplete, risulta credibile il giusto. Anche perché dopo gli anni del mercato a saldo zero o positivo, dei sacrifici e delle rinunce, questa è l’estate in cui Oaktree ha messo in mano ai dirigenti un budget che Marotta ha definito “consistente”. Serve a prendere giovani di prospettiva, aumentare il valore patrimoniale del club (“Che a giugno ha chiuso il bilancio in attivo”) e gettare un ponte sul futuro senza dimenticare passato e presente. Quindi l’assalto ad Ademola Lookman, anni 28 e fuori dal profilo prima descritto, è giustificato dalla possibilità di dotare l’Inter di Chivu di alternative di modulo che servono per vincere subito. Non domani.
Chi si aspettava una riga sul passato, però, rimarrà deluso. Perché la conferma del gruppo storico (“Anche se qualche giocatore è un po’ datato” Marotta dixit) viene considerato il primo obiettivo di mercato. A un mese dalla chiusura delle trattative, l’impressione è che non tutta la carne sul fuoco si trasformerà in piatto da servire ai tifosi. Ad esempio il giovane Leoni, che per Chivu “è tanta roba” (giudizio a livello umano, come richiesto) e “il futuro della nazionale italiana insieme a Pio Esposito” e per il suo presidente è un ragazzo forte sul quale, però, sono state caricate un po’ troppe pressioni. E, forse, anche aspettative a livello economico da parte del Parma.
Come giocherà la nuova Inter di Chivu
Altre indicazioni, zero. A centrocampo l’Inter di Chivu giocherà con due o magari tre uomini, dipende. Davanti non ha mai parlato di tre attaccanti, ma li sta cercando sul mercato. Dietro si parte con la difesa a tre ma non è un dogma “perché in fase di costruzione spesso diventava a quattro”. Destrutturazione progressiva e inesorabile di quello che è stato per innestare i semi del nuovo progetto.
Altra parola chiave: empatia. Il tecnico romeno la usa per definire il suo rapporto con lo spogliatoio, spiegando di averla imparata in anni di lavoro con i ragazzi delle giovanili. Di sicuro gli servirà un upgrade rapido dentro un gruppo che deve digerire le delusioni di maggio e giugno. Quelle sulle quali la nuova Inter sta lavorando, senza nascondersi dietro al dito del processo che può prevedere anche passi falsi e rallentamenti.
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