Come può l’Italia governare l’éra del disordine con la diplomazia economica. Una testimonianza

  • Postato il 2 luglio 2025
  • Di Il Foglio
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Come può l’Italia governare l’éra del disordine con la diplomazia economica. Una testimonianza

Al direttore - Oggi si conclude il mio incarico alla presidenza di Simest, che ho avuto l’onore di ricoprire per due mandati triennali. Sei anni intensi, attraversati da trasformazioni globali rapide e profonde, e da una crescente consapevolezza, nel nostro paese, del valore strategico dell’internazionalizzazione. Condivido questa riflessione con il senso di responsabilità che accompagna ogni incarico pubblico, nella convinzione che restituire il significato di un percorso istituzionale sia un atto di doverosa gratitudine verso le persone e le istituzioni con cui è stato compiuto. Un percorso che ha richiesto strumenti nuovi, sensibilità istituzionale e capacità di adattarsi a un mondo in rapido mutamento, tenendo sempre al centro la missione che ci è stata affidata: sostenere la proiezione internazionale del sistema produttivo italiano. Non si tratta solo di sostenere l’export o di aprire nuovi mercati: accompagnare le imprese italiane nel mondo significa rafforzare la presenza dell’Italia nei processi economici globali, accrescendo la competitività del sistema produttivo e generando innovazione, filiere sostenibili e opportunità condivise. In questo contesto, Simest ha saputo evolvere il proprio ruolo accanto alle imprese, con strumenti che coniugano visione industriale e attenzione ai territori. Il contesto globale ha richiesto, in questi anni, risposte rapide ma strutturali.

La spinta verso la transizione digitale e tecnologica, l’urgenza di nuovi mercati, la necessità di accompagnare anche le filiere più piccole nei percorsi di apertura al mondo hanno guidato molte delle iniziative intraprese. Abbiamo lavorato, in stretto raccordo con le istituzioni competenti, per rendere l’accesso alle risorse più semplice, mirato e coerente con le priorità strategiche del Paese. Abbiamo cercato, in ogni passaggio, di essere un compagno di strada affidabile per le imprese, specie nei momenti più incerti. In questi anni ho avuto il privilegio di operare in costante raccordo con la Farnesina, non solo riferimento istituzionale, ma sede naturale di una visione integrata dell’interesse nazionale all’estero. Per un diplomatico, è stato motivo di orgoglio contribuire a rafforzare – anche attraverso Simest – quel ponte tra politica estera e crescita economica che oggi più che mai richiede coerenza, fiducia e visione comune. Questa sinergia si è sviluppata anche nel quadro più ampio del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, insieme a Sace e Ice, favorendo una più stretta integrazione tra politiche pubbliche e strumenti operativi al servizio delle imprese italiane nel mondo. Il Piano Mattei ha restituito centralità alla dimensione economica della presenza italiana nel Mediterraneo allargato e in Africa. In questo quadro, Simest ha messo a disposizione strumenti in grado di accompagnare imprese e filiere in percorsi di investimento sostenibili e condivisi. Lascio una Simest che ha rafforzato la propria integrazione nel sistema, ha consolidato la vicinanza alle imprese e ha maturato una profonda consapevolezza del proprio ruolo pubblico. E’ il risultato di un lavoro corale, condotto con dedizione da una squadra che ha saputo affrontare cambiamenti profondi con senso di responsabilità e spirito di servizio. A loro va il mio più sincero ringraziamento. L’esperienza maturata in questi anni rafforza in me la convinzione che la diplomazia economica sia uno degli strumenti più efficaci per costruire relazioni solide, eque e durature tra l’Italia e il mondo. E’ su quel terreno che continuerò a servire il mio paese, convinto che costruire legami economici solidi significhi anche disegnare geografie nuove di fiducia, di dialogo e di futuro condiviso.

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Autore
Il Foglio

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