Come potenziare i vaccini negli anziani?

  • Postato il 30 ottobre 2025
  • Di Focus.it
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Perché negli anziani, le persone che più di tutte hanno bisogno di protezione contro le infezioni, la risposta del sistema immunitario ai vaccini è in genere più debole? Una ricerca pubblicata su Nature ha trovato una risposta che in futuro potrebbe aiutarci a creare vaccini più efficaci e più adatti a sistemi immunitari maturi.. Un diverso modo di rispondere alle minacce (vere o presunte). I linfociti T, cioè i globuli bianchi che riconoscono sostanze estranee (antigeni) presentate da altre cellule, hanno un ruolo chiave di coordinamento della risposta immunitaria: tra i loro compiti c'è infatti quello di istruire i linfociti B sulla produzione di anticorpi in risposta a virus o vaccini. . Un gruppo di scienziati dell'Allen Institute di Seattle (Washington) ha scoperto che, con l'invecchiamento, i linfociti T di ognuno di noi vanno incontro a una profonda trasformazione, che altera in modo sostanziale la risposta di queste cellule ai pericoli: cambia il modo in cui reagiscono alle minacce - reali, costituite per esempio dai virus, o "posticce", come le componenti virali introdotte apposta dai vaccini per stimolare una risposta immunitaria.. Una normale conseguenza dell'età. Per essere più precisi, a cambiare è l'espressione genica, cioè il processo in cui le informazioni geniche presenti nel DNA vengono tradotte in molecole. Gli effetti di tutto questo indeboliscono la memoria dei linfociti T; di conseguenza, le cellule B faticano a produrre una quantità di anticorpi robusta come facevano in passato. Può quindi accadere che, anche se il vaccino antinfluenzale è adeguato al ceppo virale circolante in quella stagione, le cellule B dei pazienti anziani rispondano meno efficacemente di quelle dei più giovani.. Queste alterazioni non dipendono da aspetti patologici legati all'età che avanza, come i processi infiammatori, ma fanno parte di un invecchiamento fisiologico, sano, di tutti gli organismi.. Una mappa del sistema immunitario. Per arrivare a questa scoperta, gli scienziati hanno usato tecniche all'avanguardia per osservare come cambiava nel tempo il profilo immunitario di 96 adulti tra i 25 e i 65 anni seguiti per oltre due anni. A partire da questi dati hanno creato una mappa dei cambiamenti di 71 diversi tipi di cellule immunitarie, che hanno messo a disposizione della comunità scientifica (si chiama Human Immune Health Atlas, ed è consultabile liberamente). Infine, hanno usato questa mappa per studiare oltre 16 milioni di cellule immunitarie prelevate da adulti sani, dai 25 agli oltre 90 anni di età.. In futuro: vaccini più efficaci. Queste nuove conoscenze di come cambia il sistema immunitario potrebbero aiutarci a mettere a punto vaccini con un approccio più personalizzato e adatto all'età avanzata, che tengano conto di come invecchiano le cellule, o a immaginare terapie da abbinare ai vaccini che migliorino la risposta immunitaria. Permettendo alle cellule di reagire come facevano un tempo..
Autore
Focus.it

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