Come pensano le macchine? Come pensa il cervello umano? Risponde una mostra ad Amsterdam 

  • Postato il 19 aprile 2025
  • New Media
  • Di Artribune
  • 1 Visualizzazioni

Se si prova ad uscire da un’ottica antropocentrica, diventa chiaro che “l’intelligenza” non è appannaggio prettamente umano, e che anzi ne esistono diverse forme, a partire da quella naturale fino ad arrivare a quella artificiale. Come il cervello umano è in grado di “processare” la realtà, allo stesso modo la macchina elabora le informazioni e gli input esterni: e se queste due “intelligenze” si trovassero a collaborare – e se fossero persino complementari – nell’interpretare quella che chiamiamo “realtà”? Attraverso esperienze visive e sonore che si imprimono nei sensi, la mostra Still Processing, allestita fino al prossimo 5 ottobre 2025 al NXT Museum di Amsterdam, indaga questa possibilità.  

Mondi digitali, creature sonore e il tempo che fluisce 

A cura di Bogomir Doringer, l’esposizione si muove tra installazioni audiovisive, mondi generati da intelligenza artificiale e riflessioni sulla nostra relazione con le immagini. Mente e macchina vengono esplorate come due processori diversi ma speculari, ognuno con i propri limiti, intuizioni, glitch. Nella prima sala, Slollaleia di Balfua ci catapulta in Sayssiworld, universo virtuale abitato da creature amorfe chiamate Slollas. Nati da CGI e AI, questi esseri mutano continuamente forma e suono, incarnando l’espressività senza limiti. I visitatori assistono alla loro danza luminosa su un enorme schermo digitale, mentre l’artista orchestra un paesaggio sonoro con strumenti acustici ed elettronici. La seconda sala, Duration di Boris Acket, ci trasporta invece nel tempo, ma non quello dell’orologio: un tempo percepito, soggettivo, che scorre attraverso una griglia cinetica di luci e suoni. Ispirata al celebre dibattito tra Einstein e Bergson, l’installazione spezza la linearità temporale, restituendoci un’esperienza sinestetica e stratificata. Qui il suono diventa eco visivo, e la luce scandisce pulsazioni intime, come un cuore digitale che batte all’unisono con lo spettatore. 

Luce, gravità e identità in trasformazione nella mostra Still Processing 

Proseguendo, si entra in un’atmosfera cosmica con All-Together-Now di Children of the Light: cinque anelli sospesi orbitano nello spazio espositivo, ispirati all’immagine storica del buco nero catturata nel 2019. I movimenti lenti e l’allineamento momentaneo delle forme evocano una danza gravitazionale che dissolve i confini tra tempo e spazio. L’interazione con il pubblico è quasi rituale, un atto meditativo che invita alla contemplazione. In Simulation in Blue di Jeffrey Lillemon, il tono cambia: la performance si accende con colori iridescenti, suoni distorti e glitch visivi. Un gruppo musicale guidato da intelligenze artificiali tenta di suonare jazz, ma scivola in una dissonanza affascinante, riflettendo sulla fragilità dell’ordine e il fascino dell’improvvisazione. Un’esplosione visiva e sonora che richiama le atmosfere oniriche di David Lynch, tra nostalgia retrò e follia contemporanea. 

Tra glitch, storia e giustizia visiva: l’immagine come memoria viva 

Le ultime stanze portano il visitatore nel cuore del pensiero critico dell’immagine. L’installazione Red Horizon di Gabey Tjon a Tham, con i suoi pendoli luminosi e sonori, ci ipnotizza con uno sciame di movimenti imprevedibili. La retina trattiene tracce bluastre e violacee che continuano a pulsare anche dopo aver lasciato la sala: è la memoria visiva che si imprime come emozione. Il percorso culmina con le opere di Rosa Menkman, che analizzano la storia dell’elaborazione digitale delle immagini. In 0010 DE/CALIBRATION ARMY viene denunciato l’uso storico di volti femminili caucasici per standardizzare i colori delle tecnologie visive, un processo che ha incorporato pregiudizi razziali nei nostri strumenti. In DCT:Syphoning, invece, siamo guidati all’interno della compressione JPEG, dove i pixel diventano personaggi e si interrogano sulla realtà tridimensionale. È una riflessione poetica e filosofica sull’invisibile: ciò che la tecnologia ci mostra e ciò che, volutamente o meno, ci nasconde. 

Laura Cocciolillo

Amsterdam // fino al 5 ottobre
Still processing
NXT MUSEUM
Scopri di più

Libri consigliati: 

L’articolo "Come pensano le macchine? Come pensa il cervello umano? Risponde una mostra ad Amsterdam " è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

Potrebbero anche piacerti