Come l’Accademia Vivarium Novum forma gli umanisti del futuro attraverso il latino

  • Postato il 30 luglio 2025
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  • Di Forbes Italia
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Articolo tratto dal numero di luglio 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Un’università internazionale con 50 studenti all’anno da tutto il mondo e una caratteristica: l’unica lingua parlata è il latino. Vivarium Novum, alle porte di Roma, è il luogo dell’apprendimento di quel pensiero umanistico che è vanto dell’italianità nel mondo. Il latino è una base forte e autorevole nella comunicazione dei valori di riferimento. Potrebbe essere recuperato e valorizzato? Ne parliamo con il direttore e fondatore, Luigi Miraglia.

L’elezione di papa Leone XIV ha riproposto al mondo l’uso del latino. È davvero una lingua morta?

In realtà non è né viva, né morta, perché non è più la lingua di una comunità di parlanti che naturalmente la usano per le comunicazioni quotidiane. È diventata una lingua immortale, perché mentre le lingue vive si trasformano continuamente – fatichiamo a leggere i primi documenti della lingua italiana -, invece possiamo leggere da Cicerone all’ultima enciclica del papa, se abbiamo acquisito questo codice e abbiamo assimilato un buon numero di vocaboli.

Accademia Vivarium Novum si è sviluppata nei decenni in una comunità internazionale che usa abitualmente il latino per proporre i valori dell’umanesimo.

La nostra è una comunità di giovani che vengono da tutte le parti del mondo e il latino è un naturale mezzo di trasmissione del pensiero, di comunicazione delle idee, dei sentimenti e delle opinioni personali, senza essere una lingua che prevale sulle altre, come accade con l’inglese. Il latino è un’eredità comune che mette tutti sullo stesso piano: un giapponese e un europeo, un nepalese e un africano, possono parlare fra di loro con questa lingua che non è di nessuno ed è di tutti.

Come è strutturata Accademia Vivarium Novum? Quanti sono gli studenti e qual è il patrimonio acquisito alla laurea?

Il programma residenziale prevede l’accoglienza di una cinquantina di borsisti all’anno, provenienti dalle più disparate regioni del mondo. Cerchiamo la radice dell’umano e questi giovani, pur venendo da terre così diverse, riescono a riconoscere in Confucio o in Seneca la possibilità di andare più a fondo per trovare quella radice comune che unisce tutti i popoli.

I valori di Vivarium Novum si esprimono anche nella lettura economica e sociale contemporanea. Per esempio avete organizzato l’incontro internazionale ‘Hereditas urbium: la città ereditabile. Esempi concreti d’una reale rigenerazione urbana’.

Una delle differenze più evidenti fra i cittadini, al di là da tutte le chiacchiere che si sentono dappertutto quando si parla di democrazia e di giustizia sociale, è proprio l’abitare. È qualcosa che divide le persone facoltose, in grado di scegliere luoghi ed edifici nei quali esprimono la loro umanità e vivono con dignità, e altri che invece subiscono la tirannide di piani regolatori sciagurati o archistar confuse, che li costringono a vivere in quartieri come lo Zen di Palermo, alle Vele di Scampia, nel Corviale di Roma. Sviluppando così un’esistenza disumanizzante e criminogena che produce enormi problemi sociali. Poi ci sono esempi di rigenerazione urbana che restituisce alle persone (anche a quelle non abbienti) un vivere umano di armonia ed equilibrio, che si trasforma in un’armonia morale interiore e in rapporti umani migliori.

Voi associate il termine ‘ereditabile’ ai giovani.

In generale, con questo termine si indicano i giovani nati negli ultimi anni che trovano un mondo molto diverso da quello che era appena una ventina d’anni fa. Un mondo condizionato sempre più dall’invasione dei mezzi digitali e di comunicazione di massa, che hanno generato il ‘capitalismo della sorveglianza’, a cui i giovani si abituano molto facilmente, in un’omologazione molto forte che spesso viene imposta dai mezzi tecnologici. Di fronte a questa pervasività, bisogna evitare che l’uomo diventi antiquato o che venga addirittura ‘abolito’. Abbiamo bisogno di ribadire quali sono i principi e i fondamenti dell’umanità perché la macchina rimanga un aiuto per l’uomo e gli permetta una vita migliore, consentendo anche l’abolizione della schiavitù. Un sogno che ancora coltiviamo, perché la schiavitù esiste ancora: lo stesso lavoro salariato è una forma di schiavitù, perché per buona parte della propria vita si dona l’esistenza in cambio di una piccola remunerazione, in un lavoro spesso alienante, che non soddisfa le intime esigenze di colui che lo svolge. Allora può darsi che le macchine possano aiutare molto. Per farlo nella maniera giusta, prima di tutto, bisogna impedire che tutto questo sia nelle mani di un piccolo gruppo di oligarchi e fare in modo che sia al servizio dell’intera umanità. Credo che il pensiero umanistico possa dare un grandissimo contributo se viene esercitato con il rigore, la precisione e la serietà che si richiede.

L’articolo Come l’Accademia Vivarium Novum forma gli umanisti del futuro attraverso il latino è tratto da Forbes Italia.

Autore
Forbes Italia

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