Come ha fatto la propaganda iraniana ad avere intelligence Usa?

  • Postato il 20 ottobre 2024
  • Esteri
  • Di Formiche
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I media americani pubblicano preoccupazioni raccolte anonimamente tra funzionari di intelligence riguardo una fuga di notizie pubblicata due giorni fa su un canale Telegram che sponsorizzava il regime iraniano. Si tratta di informazioni altamente riservate, confermano alcune delle fonti, che possono essere condivise solo con i membri del Five Eyes — il raggruppamento anglofono tra Usa, UK, Canada, Australia e Nuova Zelanda, legato da una condivisione quasi totale dell’intelligence raccolta. Si parla dei piani di attacco di Israele, dei movimenti di truppe e di simulazioni offensive, parte dei preparativi per l’azione contro l’Iran in ritorsione al bombardamento del primo ottobre (ne abbiamo scritto ieri). Queste informazioni confermano innanzitutto che gli Stati Uniti non sono a conoscenza delle preparazioni di Israele, delle sue volontà. Raccontano (o in qualche modo confermano) che, per non farsi sfuggire nulla, Washington spia il suo alleato, usando satelliti, HUMINT, SIGINT, cyber e tutto il necessario.

Un canale Telegram con il nome “Middle East Spectator” dice di aver ricevuto documenti da una fonte della comunità dell’intelligence statunitense sui preparativi di Israele per un attacco all’Iran. Venerdì ha pubblicato documenti che includono un presunto rapporto di Visual Intelligence della National Geospatial-Intelligence Agency (NGA) del Dipartimento della Difesa distribuito all’inizio della settimana. Verificarne l’autenticità è pressoché impossibile, poiché questi documenti sono estremamente rari. Il Pentagono e l’Office of National Intelligence non commentano e, come da prassi, non contestano né l’autenticità né la manipolazione — almeno per ora, e se dovesse arrivare qualche posizione pubblica differente sarebbe una notizia in sé.

Fonti di alcuni media riportano che i documenti sono autentici, come indicavano i leaks. La potenziale fuga di notizie potrebbe essere il segno di una violazione molto grave della sicurezza all’interno della comunità dell’intelligence statunitense, che ha portato informazioni classificate top secret su un canale Telegram affiliato all’Iran. “Very concerning” è il commento diffuso tra gli addetti ai lavori. L’Fbi è al lavoro, il Pentagono avrebbe aperto un’inchiesta interna, l’intelligence sta cercando di individuare eventuali connessioni (attività il cui inizio non è stato formalizzato, poiché sarebbe un’ammissione implicita della fuga di notizie). Un altro funzionario statunitense dice alla CNN che “questi due documenti sono bad, ma non orribili. La preoccupazione è se ce ne sono di più”. Non è chiaro come i documenti siano diventati pubblici, né se siano stati hackerati o deliberatamente trapelati.

Gli Stati Uniti sono già in allerta per le campagne di hacking iraniane — le agenzie di intelligence statunitensi hanno dichiarato ad agosto che l’Iran aveva hackerato documenti appartenenti alla campagna di Donald Trump. Il momento ha una doppia sensibilità. Sul piano della guerra mediorientale, rischia di far saltare piani di azione israeliana facilitando l’Iran, sebbene per ora le informazioni diffuse non facciano che confermare preparativi di cui si era a conoscenza (sebbene con minore dettaglio). Sul piano interno americano significa (conferma anche in questo caso) che i nemici di Washington hanno sviluppato capacità significative di penetrare i segreti e poi pubblicarli per usarli contro di essa: non il massimo a 16 giorni dalle elezioni Usa 2024.

Autore
Formiche

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