Colesterolo alto? Ecco cosa puoi fare per abbassarlo senza farmaci

  • Postato il 13 luglio 2025
  • Lifestyle
  • Di Blitz
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È un esame di routine, spesso fatto quasi per caso. Ma quando i risultati mostrano un valore alto di colesterolo, il dubbio scatta immediatamente: rischio qualcosa? Devo iniziare una cura?

Il colesterolo è una molecola indispensabile per il nostro organismo. Interviene nella sintesi di ormoni, nella produzione della vitamina D e nella struttura delle membrane cellulari. Diventa però un problema quando supera certi valori, soprattutto nella sua forma LDL, considerata “cattiva” perché può accumularsi sulle pareti delle arterie, contribuendo alla formazione di placche che ostacolano il flusso del sangue.

Il colesterolo HDL, invece, viene definito “buono” perché ha la funzione di raccogliere l’eccesso di colesterolo presente nei tessuti e riportarlo al fegato per essere smaltito. Il rapporto tra LDL e HDL è quindi fondamentale per capire se siamo davvero a rischio.

Perché il colesterolo si alza (e perché non sempre è colpa di ciò che mangi)

Una delle convinzioni più diffuse è che il colesterolo alto sia sempre causato da un’alimentazione troppo ricca di grassi. In realtà, solo una parte del colesterolo presente nel sangue proviene dalla dieta: la maggior parte è prodotta dal fegato. Questo significa che anche chi mangia in modo equilibrato può ritrovarsi con valori alti, specialmente se ci sono fattori genetici o ormonali in gioco.

Tra le cause principali figurano la sedentarietà, il sovrappeso, lo stress cronico, il fumo e alcune patologie come il diabete o l’ipotiroidismo. Esistono inoltre casi di ipercolesterolemia familiare, dove la predisposizione genetica gioca un ruolo centrale, rendendo necessari controlli precoci e, in alcuni casi, trattamenti specifici.

Come abbassare il colesterolo senza medicine: le strategie che funzionano

una colazione sana
Come abbassare il colesterolo senza medicine: le strategie che funzionano (blitzquotidiano.it)

In molti casi, intervenire sullo stile di vita è sufficiente per ottenere miglioramenti concreti, anche senza ricorrere subito ai farmaci. Il primo passo è rivedere l’alimentazione, non in chiave restrittiva o punitiva, ma piuttosto consapevole.

Scegliere alimenti ricchi di fibre, come verdure e legumi, aiuta a ridurre l’assorbimento intestinale del colesterolo. Preferire cereali integrali, utilizzare olio extravergine d’oliva al posto del burro e includere più spesso nella dieta pesce azzurro e frutta secca (senza esagerare) contribuisce a migliorare il profilo lipidico.

Anche l’attività fisica quotidiana, seppur moderata, ha un impatto diretto sul metabolismo del colesterolo. Camminare a passo sostenuto per 30 minuti al giorno, usare la bicicletta invece dell’auto o semplicemente salire le scale sono abitudini che nel tempo si traducono in miglioramenti misurabili. Non servono allenamenti estenuanti, ma costanza.

Il peso corporeo ha anch’esso un ruolo decisivo: perdere anche solo pochi chili può abbassare i livelli di LDL e aumentare quelli di HDL. La combinazione tra una dieta bilanciata, il movimento e una buona gestione dello stress è spesso più potente di qualsiasi integratore.

Il ruolo dello stress e del sonno nel colesterolo

Non tutti sanno che anche lo stress incide sui livelli di colesterolo. Quando siamo sotto pressione continua, il nostro corpo produce cortisolo e altri ormoni che alterano il metabolismo lipidico. Di conseguenza, possiamo osservare un aumento del colesterolo “cattivo” e dei trigliceridi.

Dormire poco o male, inoltre, peggiora ulteriormente il quadro, riducendo la capacità del corpo di recuperare e di gestire i processi infiammatori. Una buona qualità del sonno, abbinata a momenti regolari di rilassamento, mindfulness o semplici attività piacevoli, è un tassello importante nella prevenzione cardiovascolare.

Quando serve un farmaco (e perché non è un fallimento)

Se, dopo sei mesi di cambiamento nello stile di vita, i valori di LDL restano sopra le soglie considerate sicure, è il momento di valutare insieme al medico l’opportunità di iniziare una terapia farmacologica.

Nella maggior parte dei casi si usano le statine, farmaci molto studiati e generalmente ben tollerati, che aiutano a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari come infarto o ictus. In alcuni casi vengono associati altri farmaci come ezetimibe o nuove molecole più potenti, soprattutto se si tratta di ipercolesterolemia familiare o di persone già colpite da patologie cardiache.

È importante chiarire che ricorrere a un farmaco non significa aver “fallito”: ogni corpo ha una sua storia e un suo equilibrio. Il vero fallimento sarebbe ignorare il problema o affidarsi a soluzioni scorciatoie prive di evidenza scientifica.

Gli integratori funzionano?

Gli integratori a base di riso rosso fermentato, steroli vegetali, berberina o policosanoli sono spesso proposti come alternative naturali. Alcuni di questi possono effettivamente contribuire a ridurre i livelli di colesterolo, ma non sono adatti a tutti e non vanno presi alla leggera.

In particolare, il riso rosso contiene una sostanza simile alle statine, che può avere effetti collaterali e interagire con altri farmaci. Per questo è sempre consigliabile parlarne con il medico prima di iniziare qualsiasi integrazione.

Gli esami da fare e con quale frequenza

Monitorare il colesterolo richiede semplici esami del sangue, che andrebbero effettuati almeno una volta l’anno in assenza di fattori di rischio, o più frequentemente se si seguono terapie o si hanno condizioni croniche.

Oltre al colesterolo totale, è fondamentale valutare i singoli parametri: LDL, HDL e trigliceridi. In alcuni casi possono essere richiesti anche test per la funzione epatica e renale, soprattutto se si assume una terapia farmacologica.

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Blitz

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