Coldiretti Torino a Bruxelles: rinviato l’accordo Mercosur
- Postato il 21 dicembre 2025
- Economia
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Arriva una prima vittoria dalla mobilitazione degli agricoltori europei a Bruxelles: la firma dell’accordo Mercosur è stata rinviata. Un risultato accolto con cautela da Coldiretti, che considera il passo importante ma non sufficiente, soprattutto alla luce delle prospettive sul bilancio europeo dopo il 2028, giudicate fortemente penalizzanti per il settore agricolo.
L’intesa commerciale con i Paesi del Mercosur viene criticata perché non tiene conto delle profonde differenze negli standard produttivi. In Sud America, infatti, sono ancora ampiamente utilizzate sostanze vietate da anni nell’Unione europea, creando una concorrenza ritenuta sleale per gli agricoltori europei e un potenziale rischio per la qualità e la sicurezza alimentare.
Per ribadire questa posizione, una folta delegazione di Coldiretti Torino, guidata dal presidente Bruno Mecca Cici e dal direttore Carlo Loffreda, ha preso parte alla grande manifestazione organizzata a Bruxelles contro le politiche agricole della Commissione europea. La capitale belga è stata attraversata da un’imponente mobilitazione con circa un migliaio di trattori e ventimila agricoltori provenienti da 25 Paesi, convocati dalle principali organizzazioni agricole nazionali.
Lo spezzone giallo di Coldiretti è risultato il più numeroso tra quelli presenti, con delegazioni arrivate da tutta Italia. Al centro della protesta, oltre al Mercosur, il futuro della Politica agricola comune e l’ipotesi di un taglio del 25% delle risorse, considerato inaccettabile. Secondo Coldiretti, la proposta di sostituire i fondi dedicati con risorse generiche gestite dagli Stati membri rischia di ridurre drasticamente il sostegno all’agricoltura.
La mobilitazione ha denunciato anche la scelta di destinare parte delle risorse sottratte alla PAC ad altre priorità, ritenute lontane dalle esigenze del settore primario. Gli agricoltori hanno sottolineato come la produzione di cibo rappresenti un elemento centrale per la pace, la salute dei cittadini e la sovranità alimentare europea.
Le conseguenze economiche di queste scelte vengono considerate particolarmente gravi: per l’Italia il taglio stimato ammonta a circa 9 miliardi di euro, che diventano 90 miliardi se estesi all’intera Unione europea. Una riduzione che, secondo Coldiretti, rischia di colpire duramente anche il territorio torinese, favorendo l’aumento delle importazioni da Paesi extra Ue con regole meno stringenti su pesticidi, tutela ambientale e diritti dei lavoratori.
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