Coldiretti: “In Liguria serve più terra coltivabile: ogni ettaro sostiene sette volte più persone rispetto alla media italiana”

  • Postato il 17 novembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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agricoltura sostenibile

Liguria. “In Liguria ogni ettaro agricolo conta. La densità di popolazione rispetto alla terra coltivabile è sette volte superiore alla media italiana e oltre dodici volte quella europea. Il territorio è montuoso e fortemente urbanizzato, e la popolazione è concentrata lungo la costa: ogni porzione di terreno agricolo rappresenta dunque un presidio da tutelare per mantenere le straordinarie tipicità liguri”. Così Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.

“La superficie agricola utilizzata (SAU) in Liguria, infatti, ammonta a soli 42.400 ettari circa, pari al 7,6% della superficie regionale, uno dei valori più bassi a livello nazionale. Rispetto al 2010, la SAU ha registrato una diminuzione dell’8,2%. Ogni campo coltivato, ogni uliveto, ogni vigneto è un presidio del territorio, ma serve aumentare la superfice coltivabile, e le ragioni sono svariate – sottolineano Boeri e Rivarossa – Visti grandi valori delle produzioni, abbiamo bisogno di dare continuità al consumo locale, garantendo prodotti freschi e genuini su ampia scala”.

Ma non finisce qui: “I nostri imprenditori, infatti, non sono solo produttore: sono custodi della terra. Ciò significa che, indirettamente, si occupano anche di sicurezza e resilienza del territorio. Con il lavoro nei campi e nei pascoli, oltre a permettere ai consumatori di acquistare locale, stabilizzano il suolo, favoriscono il drenaggio naturale delle acque e contribuiscono a prevenire frane, smottamenti e alluvioni, proteggendo le comunità e il paesaggio che tutti abitiamo. Il tema è più urgente che mai. Il consumo di suolo in Liguria registra un incremento costante: la regione è ottava in Italia per incidenza di suolo artificializzato.

“L’urbanizzazione e la cementificazione riducono la capacità del suolo di assorbire e drenare l’acqua, aumentando il rischio di dissesto idrogeologico – spiegano Boeri e Rivarossa – La mancanza di investimenti in agricoltura genera di fatto l’abbandono dei terreni agricoli, che a sua volta causa un buco nel consumo alimentare a km0, accelera la fragilità della regione e mette a rischio le comunità, soprattutto in questo periodo di maltempo e piogge intense”.

Servono più ettari coltivabili, ma anche più sostegno agli agricoltori e a investimenti mirati: ogni intervento a favore del settore primario è un investimento sulla sicurezza delle persone, da quella alimentare alla prevenzione dei disastri naturali.

“Non è solo una questione di produzione. Qui ne va della capacità della Liguria di affrontare eventi climatici sempre più estremi – aggiungono – Invero, proteggere il territorio significa proteggere le sue comunità, l’economia alimentare e l’identità stessa di una regione i cui presidi agricoli rappresentano un pilastro fondamentale. Un ettaro di terra salvaguardato oggi vale molto di più dei metri quadri costruibili domani”.

Autore
Il Vostro Giornale

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