Codice della strada, le associazioni dei pazienti: “Tavolo tecnico? Mai invitati”. E scoppia la bagarre con l’imprenditore

  • Postato il 1 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Matteo Salvini è stato di parola: con 5 mesi di ritardo dall’annuncio di dicembre, il ministero dei Trasporti ha istituito un tavolo tecnico per rassicurare le persone in cura con farmaci stupefacenti, minacciate dalla “trappola” del nuovo Codice della strada. Nel frattempo, quei pazienti convivono con la tagliola del ritiro della patente, pur lucidi al volante e senza stati di alterazione, perché basta la traccia di una sostanza vietata per ricevere la sanzione.

Silenzio dal ministero, le associazioni escluse (fino ad ora) – Il dicastero tace sui partecipanti, ma il Tavolo è apparecchiato, con assoluto riserbo su tempi e convocazioni. Ad oggi c’è una sola certezza: per risolvere il problema dei pazienti, si è accuratamente evitato di invitare le associazioni già sedute al Tavolo del ministero della Salute, mai convocato dal governo Meloni. Ecco le sigle: Comitato Pazienti cannabis medica, cannabis cura Sicilia social club, Associazione canapa caffè, la Piantiamo, Deep green, l’associazione Luca Coscioni con Marco Perduca. Per partecipare al tavolo del Mit, l’Associazione PazientiCannabis aps (presieduta da Santa Sarta) ha invitato una pec all’indirizzo di palazzo Chigi, del ministero dei Trasporti, Salute e Interni.

Le indiscrezioni, il dottor Guardamagna e l’imprenditore Zampieri – Al Tavolo Invece dovrebbero accomodarsi il dottor Vittorio Guardamagna – dell’Istituto europeo di oncologia – e l’imprenditore Tobia Zampieri, presidente dell’Associazione nazionale pazienti cannabis Italia. Quest’ultimo il 29 maggio è venuto allo scoperto sulla bacheca Facebook del gruppo guidato da Santa Sarta, quasi schernendo le associazioni escluse. A chi gli chiedeva se “sarà anche lui al Tavolo”, Zampieri ha risposto: “non so anche, o solo! Non abbiamo avuto bisogno di richiedere la presenza via pec noi”.

La lite e le minacce legali – Zampieri, su Facebook, ha accusato Santa Sarta di plagio, poiché “ci ha copiato il nome a fine 2022”. Eppure quel gruppo è nato nel 2018 e solo due anni dopo debutta la pagina Facebook dell’associazione di Zampieri. Lui, al Fatto.it, racconta di avvocati pronti a portare le associazioni in tribunale: “Sono molto frustrato perché cerco la collaborazione mentre gli altri ci copiano e basta, i legali mi consigliano di fare causa ma non io non voglio”.

La “selezione” di Tobia Zampieri – Nella galassia delle associazioni, attive da oltre un decennio, Tobia Zampieri è apparso nel 2020 ed è poco noto. Sostiene di aver ricevuto insulti per essere contrario all’autoproduzione della cannabis medica. Mentre le associazioni dei pazienti si chiedono: “Se Zampieri è stato accolto al Tavolo, con quali criteri è stato selezionato?”.

La sua associazione non è stata fondata dai pazienti bensì “da avvocati, medici e farmacisti”, dice lui. Ora conta 340 iscritti: per associarsi servono 30 euro, altri gruppi ne chiedono 10. Per gli iscritti c’è uno sconto del 15% sui marchi Yellow Innovation, un portale dove acquistare ogni varietà di cannabis light. Zampieri è stato amministratore delegato di Yellow Innovation fino al 2021. Il suo curriculum da imprenditore è vario e lodevole: bambù, crediti di carbonio, cannabis light, nutraceutica, abbigliamento, preservativi.

L’attesa dell’ufficialità – Zampieri fonda nel 2021 l’associazione per i pazienti in cura con la cannabis. Il 28 ottobre dello stesso anno, a Firenze, partecipa al tavolo tecnico sulla cannabis medica promosso dal dipartimento antidroga di palazzo Chigi, con un intervento sulla “necessità” di “investimenti privati”. Un mese dopo è Genova per la sesta Conferenza nazionale sulle dipendenze. Circa 10 giorni fa, dice Zampieri, “una mail pec ministeriale annunciava la creazione del Tavolo tecnico con il rinvio a futuri aggiornamenti”. Nessuna sorpresa, per Zampieri: “al ministero di Salvini abbiamo mandato una mail al mese, per proporre soluzioni al problema dei pazienti al volante”. Dunque manca solo la conferma ufficiale, secondo l’imprenditore.

Il dottor Vittorio Guardamagna e l’incontro con Salvini – Al tavolo dovrebbe sedere anche il dottor Vittorio Guardamagna, stimato direttore del dipartimento per le Terapie del dolore all’Istituto oncologico fondato da Umberto Veronesi. Ha incontrato Matteo Salvini a fine novembre: “Per pura casualità in un evento di beneficenza – dice al Fatto – nell’occasione il ministro ha manifestato apertura alle richieste dei pazienti” . Anche Guardamagna dice di essere in attesa della convocazione ufficiale al Tavolo. Dovrebbero partecipare anche i medici di Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) e Aisd (Associazione italiana per lo studio del dolore).

I pazienti ignorati – Invece le associazioni dei pazienti in cura con la cannabis, già al Tavolo al ministero della Salute, per ora non sono state contattate. Neppure alcune delle principali associazioni dei malati oncologici: come Aimac, Anvolt, Favo. Qualcuno è stupito, tutti parteciperebbero volentieri al Tavolo tecnico nel nome dei pazienti. Il ministero dei Trasporti e Matteo Salvini sono ancora in tempo per gli inviti.

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Il Fatto Quotidiano

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