Cobolli e Shelton, nervi tesi a fine match: “Perché quel gesto?”. La risposta dell’italiano: “Non ce l’avevo con te”

  • Postato il 4 agosto 2025
  • Tennis
  • Di Il Fatto Quotidiano
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5-4, servizio e 15-0. Flavio Cobolli era vicinissimo all’impresa contro Ben Shelton agli ottavi di finale del Masters 1000 di Toronto. Poi un blackout, break proprio quando stava appunto servendo per il match e sconfitta al tiebreak finale. 6-4, 4-6, 7-6 in circa due ore e mezza di partita. Grande rammarico per l’italiano, che nel finale ha mostrato anche nervosismo per l’epilogo del match.

Qualche gesto di stizza da parte di Cobolli durante il proprio turno di battuta sul 5-4 e nei game successivi, al punto da far risentire anche Shelton. Dopo l’ace sul match point, il tennista statunitense ha infatti chiesto spiegazioni a rete prima della classica stretta di mano post gara. Alcuni gesti di disapprovazione che non sono piaciuti al tennista americano. Cobolli ha però subito chiarito: “Non riguarda te, hai meritato di vincere”. Ma Shelton ha poi risposto in maniera netta: “E allora perché ti sei girato dall’altra parte con lo sguardo?”.

Cobolli nervoso a fine match: la discussione con Shelton

Flavio Cobolli era nervoso per l’atteggiamento di qualcuno in tribuna, probabilmente nell’angolo di Shelton. Comportamenti che all’italiano non sono andati giù. Dopo lo scambio di battute, i due si sono stretti la mano ma in modo abbastanza freddo. Poi, prima dell’uscita dal campo, Cobolli si è rivolto di nuovo all’avversario, spiegando nuovamente che i gesti di disapprovazione non erano rivolti a lui.

“Non ce l’avevo con te ma mettiti nei miei panni. È stata una partita molto tesa ed è normale essere un po’ nervosi, no?”. Un momento di nervosismo “giustificato” per l’italiano, che era stato vicinissimo a compiere l’impresa contro uno Shelton che ha fatto vedere ottime cose nell’ultimo mese e mezzo, perdendo a Wimbledon contro Sinner e a Washington contro Davidovich Fokina. A tornare sull’argomento è stato lo stesso Shelton nel post gara, durante l’intervista al vincitore. “Ha fatto un gesto durante il tie-break e gli ho chiesto a chi fosse rivolto. Ha detto che non era per me, quindi siamo a posto”.

Pace fatta, almeno apparentemente. Screzi comunque normali, soprattutto quando la posta in palio è alta e soprattutto – nel caso di Cobolli – quando sei vicinissimo a battere uno dei favoriti per la vittoria finale nel primo Masters 1000 – in attesa di Cincinnati – prima degli US Open.

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Il Fatto Quotidiano

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