“Clienti che scappano senza pagare? È una moda, mi capita almeno 5 volte al mese. Si riconoscono dal comportamento”: parla il pizzaiolo Errico Porzio
- Postato il 14 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un fenomeno che, da bravata isolata, si sta trasformando in una “prassi consolidata”, una “moda” fastidiosa e dannosa. A lanciare l’allarme è una delle voci più autorevoli (e social) del mondo della pizza, Errico Porzio. Il celebre pizzaiolo napoletano, che oggi guida un impero di 18 locali sparsi in tutta Italia, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera la sua esperienza con i clienti che mangiano e scappano senza saldare il conto.
“Nelle mie pizzerie si verificano almeno quattro o cinque casi ogni mese“, dichiara Porzio, fornendo uno spaccato preoccupante. E non si tratta quasi mai di dimenticanze o di gesti dettati dalla disperazione. “Nella maggior parte dei casi sono gesti premeditati. Le persone entrano nei ristoranti con quell’intenzione, lo noto quando guardo le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza”.
Secondo l’imprenditore, il modus operandi è quasi sempre lo stesso. “Ordinano senza limiti: sia cibo, sia bevande. Una volta consumato tutto, iniziano a guardarsi intorno e cercano di individuare il momento di maggior confusione. Poi abbandonano la sala”. Un copione che si ripete soprattutto nel fine settimana. La motivazione, secondo Porzio, non ha nulla a che vedere con la povertà. Anzi, lui traccia una linea netta tra chi non può e chi non vuole pagare. “Chi lo fa non vuole pagare. Chi, invece, realmente non può trova il modo di dirmelo. Anche tra le righe…”. Racconta un episodio recente: “Era una mamma disoccupata, che mi chiedeva un videomessaggio d’auguri per il compleanno del figlio. Mi ha spiegato che il piccolo non avrebbe potuto festeggiare per problemi economici. Li ho invitati in pizzeria a mie spese”.
Allora perché lo fanno? “La mia impressione, consolidata in più di vent’anni d’attività, è che vogliano mostrare di essere furbi“. Porzio difende a spada tratta il suo staff. “La responsabilità è solo dell’inciviltà di chi lo fa. A volte è capitato che i camerieri si sentissero in colpa, proponendosi di pagare i conti non saldati con le loro mance. Io ho sempre rifiutato: hanno il compito di servire ai tavoli, non di rincorrere chi commette un reato”. Anche se, ammette, a volte è successo anche quello. Ricorda l’episodio dei festeggiamenti per lo scudetto del Napoli, quando sei ragazzi francesi, dopo aver “mangiato e bevuto tantissimo”, sono fuggiti tra la folla. “Una persona del mio staff li ha visti e li ha inseguiti. Una volta raggiunti hanno detto che non avevano intenzione di pagare. Lo hanno fatto solo dopo che i miei camerieri hanno palesato l’intenzione di chiamare le forze dell’ordine”.
Proprio per i suoi oltre cinquecento dipendenti, che chiama “i miei ragazzi”, Porzio ha parole di grande affetto, ricordando come il suo senso protettivo nei loro confronti sia cresciuto dopo la prematura scomparsa di uno di loro, Andrea. “Cerco di valorizzarli, rappresentano il successo dei miei 18 locali. E per uno come me che è partito da una pizzeria d’asporto di 30 metri quadrati, questo significa tantissimo”. Infine, una riflessione sul “caro pizzerie”, tema caldo di queste settimane. Porzio è critico: “In alcuni casi, secondo me, sì, esiste. Succede quando i ristoratori cercano di alzare lo scontrino medio, magari esasperando il concetto di gourmet. Per me una pizza Margherita non può costare più di 8 euro, ma non tutti la pensano così”.
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