Classifica ATP, il confronto con il 2023: l’esplosione di Sinner, il crollo di Djokovic e il paradosso Alcaraz

  • Postato il 25 novembre 2024
  • Di Virgilio.it
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Con la fine degli eventi ATP la stagione tennistica può considerarsi pressoché chiusa, così come la classifica, che fino al termine della stagione subirà solamente leggere modifiche – e che difficilmente stravolgeranno la top-100 – dovute ai tornei minori come i Challenger e i Future. È interessante allora fare un confronto con il ranking di fine 2023, dal quale si evince l’enorme crescita del movimento azzurro guidato da un Jannik Sinner capace di scrivere record su record, ma caratterizzato anche dall’ottima stagione di Lorenzo Musetti, dalla risalita di Matteo Berrettini e dall’esplosione di giocatori che l’anno scorso si trovavano ai margini della top-100.

Oltre agli italiani è interessante vedere come la top-10 sia stata stravolta, con il crollo di Novak Djokovic, la rinascita definitiva di Alexander Zverev, la sorpresa Taylor Fritz e il calo di Daniil Medvedev, mentre incuriosisce il paradosso Carlos Alcaraz, che ha perso quasi 2000 punti rispetto la scorsa stagione nonostante abbia raddoppiato i trionfi slam.

La crescita degli italiani: quasi raddoppiati gli azzurri in top-100

Il 2023 era stato senza dubbio un anno molto positivo ed entusiasmante per l’Italia, culminato con il trionfo in Coppa Davis targato Jannik Sinner, Matteo Arnaldi, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego e Simone Bolelli che mancava da ben 47 anni. Nonostante questo gli azzurri in top-100 al termine della stagione 2023 erano cinque, ovvero i precedentemente citati più Matteo Berrettini al posto del doppista Bolelli. D’altro canto l’Italia vantava un vero e proprio plotone di giocatori, ben 13, tra il n°101 del mondo e il 200.

In soli dodici mesi gli italiani in top-100 sono praticamente raddoppiati. Questo grazie alla crescita – o alla rinascita – di tanti degli azzurri che erano presenti nei primi 200 come Flavio Cobolli (passato dal 101° al 32°), Luciano Darderi (da 128° a 44°), Fabio Fognini (da 107° a 90°) e Luca Nardi (da 118° a 91°), e alla conferma di quelli che invece facevano già parte dei primi 100 al mondo.

L’esplosione di Sinner, la rinascita di Berrettini e la conferma Musetti

Ma oltre alla quantità, l’Italia offre tanta qualità, a partire da Sinner, che dopo un 2023 chiuso in crescendo con quella che – fino ad allora – era la miglior posizione (quarto) per un azzurro a fine stagione, è enormemente cresciuto nel corso del 2024, durante il quale ha conquistato i suoi due primi titoli slam, le prime Nitto ATP Finals, tre Masters 1000 e due ATP 500, risultati che gli hanno permesso di salire in vetta al ranking ATP e conservare la posizione per 25 settimane consecutive (numero destinato a crescere sino a febbraio 2025), passando dai 6490 punti di fine 2023, agli 11830 attuali.

Nel 2024 l’Italia ha assistito anche alla rinascita e alla risalita nel ranking di Berrettini, che dopo i tanti infortuni subiti nel 2022 e nel 2023, è tornato a giocare in maniera regolare in questa stagione, nella quale ha vinto tre titoli titoli ATP (record di trofei in una stagione per Matteo), raggiunto altre due finali ed è stato protagonista insieme a Sinner del trionfo italiano in Coppa Davis. Tutto ciò ha permesso al tennista romano di risalire il ranking, passando dalla 92esima posizione di fine 2023, alla 35esima attuale.

Da non dimenticare anche l’ottima stagione del n°2 italiano Musetti, che dopo un 2023 fatto di alti e – tanti – bassi, è tornato a mostrare il suo tennis sfavillante raggiungendo la sua prima semifinale slam – peraltro sull’erba, superficie che ha imparato ad apprezzare quest’anno -, conquistando la prima medaglia olimpica italiana in singolare a distanza di cent’anni dall’ultima e centrando tanti altri ottimi risultati che gli hanno permesso di ritornare in top-20 (per la precisione al 17° posto con 2600 punti) dopo che l’anno scorso aveva chiuso 27esimo con 1470.

La top-10 stravolta e il crollo di Djokovic

Anche la top-10 ha subito importanti cambiamenti, con ben tre giocatori che sono usciti dai primi dieci, ovvero Stefanos Tsitsipas, Holger Rune e Hubert Hurkacz, sostituiti da Casper Ruud – tornato a tratti vicino ai livelli del 2022 -, Alex de Minaur e il mai domo Grigor Dimitrov.

A sorprendere di più dei cambiamenti in top-10 è però il crollo di Novak Djokovic, che ha pagato a caro prezzo la prima stagione senza titoli ATP (certamente bilanciata dall’oro olimpico) dal lontano 2005, quando aveva appena 18 anni. Tutto ciò ha comportato la caduta di Nole, che da n°1 del mondo con 11245 punti quale era a fine 2023, ora si ritrova a essere settimo con 3910 punti.

La crescita di Zverev e Fritz

C’è anche chi invece nel 2024 è stato protagonista di un’enorme crescita, come Alexander Zverev, tornato sui livelli pre-infortunio al Roland Garros 2022 (se non addirittura più alti) e vincitore di due big-title (cosa che non gli succedeva dal 2021) oltre che finalista al Roland Garros. Il tedesco è infatti passato dai 3985 punti che gli valevano la settima piazza nel 2023, ai 7915 che lo posizionano alle spalle del solo Sinner nel 2024.

Anche un altro giocatore dal cognome teutonico ma statunitense fino al midollo è stato protagonista di un’importante crescita. Parliamo ovviamente di Taylor Fritz, che nel 2024 ha raggiunto la sua prima finale slam allo US Open, il primo atto conclusivo alle ATP Finals e il best ranking di n°4 al mondo che conserva tutt’ora con 5100 punti, esattamente 2000 in più di quelli che a fine 2023 lo posizionavano al decimo posto.

Il paradosso Alcaraz

Il cambiamento più paradossale in confronto al 2023 è quello di Carlos Alcaraz, che nonostante abbia conquistato due titoli slam nel 2024, quindi uno in più della stagione passata, ha perso una posizione in classifica e quasi 2000 punti nel ranking. L’anno scorso infatti lo spagnolo aveva chiuso l’anno da n°2 con 8855 punti, mentre quest’anno si trova al n°3 con 7010 punti. Un calo facilmente spiegabile con i vari passi falsi di cui è stato protagonista, ma che comunque sorprende vista l’importanza dei titoli conquistati e il fatto che sia stato l’unico in grado di battere con costanza Sinner nel 2024.

Classifica ATP: la top-100 completa

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