Clan Soriano, tre condanne definitive, in 5 tornano in Appello, due assoluzioni
- Postato il 21 gennaio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Clan Soriano, tre condanne definitive, in 5 tornano in Appello, due assoluzioni
Si conclude con le condanne in Cassazione, per una parte degli imputati, il processo “Nemea” contro il clan Soriano. Per altri cinque sarà necessario un nuovo processo d’Appello; due assoluzioni definitive
VIBO VALENTIA – Serviranno, per alcuni imputati, almeno altre due appendici giudiziarie per arrivare alla fine del processo “Nemea” contro il clan Soriano di Pizzinni di Filandari. Questo in virtù della decisione assunta ieri sera dalla Suprema Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi sulle posizioni delle nove persone accusate a vario titolo di estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e munizioni, detenzione di droga ai fini di spaccio. Reati con l’aggravante delle modalità mafiose.
I giudici di legittimità hanno rigettato il ricorso delle difese, confermando quindi le condanne inflitte dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 19 ottobre del 2022 a carico di Leone Soriano (20 anni di reclusione), Giuseppe Soriano (17 anni e 6 mesi) e Francesco Parrotta (14 anni e 11 mesi). Nuovo processo d’Appello – dinnanzi ad altra sezione – invece per Rosetta Lopreiato, moglie di Leone, Graziella Silipigni, Caterina Soriano (figlia di Leone), il marito Luca Ciconte e Giacomo Cichello.
CLAN SORIANO, L’OPERAZIONE NEMEA TRA CONDANNE DEFINITIVE, ASSOLUZIONI E NUOVI PROCESSI
Per quanto concerne la prima, condannata in appello a 3 anni e 4 mesi e 6mila euro di multa, la cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato Diego Brancia disponendo un nuovo giudizio di secondo grado in ordine al reato di co-detenzione di armi. Stessa decisione per i coniugi Ciconte-Soriano, che si erano visti infliggere in appello rispettivamente 13 anni e 5 mesi e 13 anni e 7 mesi, in quanto si dovranno ridiscutere le accuse di associazione mafiosa e di estorsione ai danni del bar “La Perla Nera”; medesimo destino processuale per Graziella Silipigni (11 anni e 8 mesi in Appello) per l’annullamento con rinvio in ordine sempre alla contestazione associativa. Per quanto concerne, poi Giacomo Cichello, i giudici romani hanno disposto un nuovo processo per l’accusa di detenzione di armi confermando, invece, quella per la tentata estorsione al distributore di carburanti della famiglia Pasqua, sita a Mesiano di Filandari.
Confermate, in ultimo le assoluzioni a carico di Alex Prestanicola e Domenico Nazionale (avv. Francesco Schimio) mentre nei precedenti gradi di giudizio le accuse erano cadute anche per Giuseppe Guerrera, Domenico Nazionale, Luciano Marino Artusa, Maria Grazia Soriano e Domenico Soriano.
Leone Soriano è stato difeso dagli avvocati Francesco Lojacono e Sergio Rotundo; Giuseppe Soriano (avv. Giovanni Vecchio e Valerio Accoretti); Francesco Parrotta (avv. Vecchio e Daniela Garisto); Graziella Silipigni (avv. Diego Brancia e Daniela Garisto), Alex Prestanicola (avv. Brancia e Sergio Rotundo); Rosetta Lopreiato (avv. Brancia e Salvatore Staiano); Caterina Soriano (avv. Giuseppe Di Renzo e Guido Contestabile); Luca Ciconte (avv. Di Renzo e Garisto; Giacomo Cichello (avv. Daniela Garisto); Domenico Nazionale (avv. Francesco Schimio).
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Clan Soriano, tre condanne definitive, in 5 tornano in Appello, due assoluzioni