Civil War, come Trump prepara gli USA al bicentenario della Guerra civile, tutto è possibile, ecco perché
- Postato il 30 novembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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La guerra è arrivata a Washington! Due soldati della Guardia nazionale della West Virginia, in condizioni critiche, a terra colpiti alla testa. Nemmeno l’11 settembre la violenza era arrivata così vicina alla Casa Bianca, allora fu preso di mira il Pentagono, ma l’aereo che doveva puntare su Washington, lo United Airlines 93, fu contro dirottato dagli stessi passeggeri.
Era prevedibile, molto prima dell’attentato in Pennsylvania in cui Trump fu ferito all’orecchio in campagna elettorale. L’America era già da tempo profondamente divisa, e il biondo Donald, in un’Americamultietnica come non mai, è come il cacio sui maccheroni dell’odio tribale.
Al cinema la prossima guerra civile

Alex Garland nel suo Film leggermente distopico “Civil war”, con l’intrepida giornalista interpretata da Kirsten Dunst, ce lo aveva già narrato nel gennaio 2024, con la guardia nazionale a Washington, e non finiva bene per il presidente in carica. I film di Hollywood, anche se il film di Garland è stato prodotto dalla indipendente A24, ma distribuito dalla O1 film, solitamente anticipano la realtà, più che profetici sono dei prequel, e i ghost writer che li scrivono possono coincidere con quelli delle lobbies politiche.
Donald Trump sta forzando su tutto, senza mediazioni, a volte dividendo pure il suo partito, che forse non lo è stato mai. Muri, immigrati in catene, dazi che ad oggi non aiutano le imprese americane ma aumentano solo i prezzi al consumo, aiuti fiscali solo alle multinazionali del digitale che lo possono aiutare sul web, i dati economici da guardare in controluce, i file di Epstein, le università in rivolta punite, non c’è un pezzo di America dove la capacità di divisione di Trump non arrivi. Non c’è trattativa internazionale dove non sia più che presente Jared, il suo genero affarista, insieme a palazzinari, come lui, che rivestono ruoli da ambasciatori o inviati speciali della geopolitica del questo (affare)a me e questo a te.
Si comincia così
Sono ancora casi isolati, lupi solitari, qualche piccolo gruppo, che si muovono da anni negli Stati Uniti, che prese cognizione della sua miccia di esplosione sociale nel 1995 con l’attentato di Oklahoma City in cui persero la vita 186 persone. Allora furono due reduci della Guerra del Golfo che si conobbero a Fort Benning, storica roccaforte dell’addestramento dei militari americani. Oggi a Washington l’attentatore è un afghano, terra abbandonata al suo destino dagli USA, ma ogni giorno in America qualcuno si alza il mattino con una pistola in tasca e l’intento di sparare. Donald, indietro nei sondaggi, alza sempre l’asticella della violenza verbale, l’attentatore viene definito “animale”, ancor prima di sapere chi è e perché ha colpito, si capisce che è già stanco dopo solo un anno di guida, ma a ritmi deflagranti.
Si rincorrono le voci sulla sua salute e non si sa come finirà questa presidenza. Ma se per caso si mobilitasse, con presidi armati, contro un governatore che lui considera nemico tutto potrebbe succedere in America, in cui le guardie nazionali, uniche a poter operare armate sul suolo americano, sono dei singoli Stati membri. Mancano 40 anni al bicentenario della fine della guerra civile americana, ma sembra che non verrà festeggiato pacificamente.
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