Cittadini indiani arruolati con l’inganno dalla Russia per combattere in Ucraina: il caso che ha creato tensioni tra Mosca e Nuova Delhi

  • Postato il 17 gennaio 2025
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Attirati nel Paese con la promessa di un’opportunità di lavoro e spediti al fronte per combattere contro gli ucraini. Per far emergere la storia dei soldati indiani inglobati con la forza nell’esercito russo c’è voluta la morte di 12 di loro sul campo di battaglia e la pubblicazione delle loro foto. Così, dopo la collaborazione avviata ormai da mesi con la Corea del Nord, che ha inviato centinaia di militari al servizio del Cremlino, emerge che tra le fila della Federazione sono schierati anche cittadini indiani. Senza però un accordo tra i governi, facendo così salire la tensione tra Mosca e Nuova Delhi.

Sono almeno 126, scrive il Washington Post citando l’esecutivo del gigante asiatico, le persone di cittadinanza indiana attirate nel Paese di Vladimir Putin con prospettive lavorative o di studio e costrette poi a prestare servizio nell’esercito. E 12 di loro hanno già perso la vita sotto le bombe. L’ultimo è stato Binil Babu, un elettricista 32enne del Kerala. “La questione è stata affrontata dalle autorità russe a Mosca e dall’ambasciata russa a Nuova Delhi oggi – ha affermato martedì in una dichiarazione un portavoce del Ministero degli Affari Esteri indiano – Abbiamo anche ribadito la nostra richiesta di rilascio per i restanti cittadini indiani”.

Mosca però rigetta ogni accusa, pur promettendo di dare modo agli indiani di lasciare le forze armate: “Il governo russo non è mai stato coinvolto in campagne pubbliche o oscure e tanto meno in schemi fraudolenti per reclutare cittadini indiani per il servizio militare in Russia”, ha affermato l’ambasciata russa a Nuova Delhi in una dichiarazione del 10 agosto. Venerdì il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ammesso che “questo argomento è effettivamente emerso nel corso di contatti a vari livelli. Per altri aspetti, è meglio contattare il Ministero della Difesa”. Che però non ha risposto alle domande del quotidiano americano.

Nonostante le parti parlino di uno stretto coordinamento tra i due governi, le reclute indiane rimangono per ora al loro posto in prima linea. E la questione, nell’ultimo anno, ha creato un po’ di tensione tra Mosca e New Delhi, anche se la collaborazione anche in campo economico e commerciale non ne ha certo risentito. Le famiglie affermano che la maggior parte delle reclute inconsapevoli è stata ingannata da una rete internazionale di agenzie di collocamento e influencer che hanno promesso loro salari elevati per lavori poco qualificati come autista, cuoco, idraulico ed elettricista. Due uomini indiani contattati telefonicamente in Ucraina l’anno scorso hanno raccontato al Washington Post che, una volta arrivati ​​nella zona di guerra, sono stati costretti a firmare documenti russi che non capivano e che i loro passaporti sono stati confiscati. Hanno detto che in seguito sono stati costretti a combattere al fianco di soldati russi con un addestramento militare molto scarso. Dopo la morte di diversi di loro, i funzionari indiani hanno protestato con i russi ottenendo il rilascio di quasi cento uomini. In un incontro di luglio con il presidente Putin, il primo ministro Narendra Modi ha chiesto il rilascio anticipato di coloro che erano stati “ingannati”.

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