Città della Salute di Torino condannata per condotta antisindacale: “Violati trasparenza e diritti”

  • Postato il 4 agosto 2025
  • Cronaca
  • Di Quotidiano Piemontese
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sanità pubblica Piemonte

TORINO – Il Tribunale del Lavoro di Torino ha condannato Città della Salute per condotta antisindacale, accogliendo il ricorso presentato dal sindacato dei medici Cimo contro alcune decisioni assunte dall’amministrazione guidata dal commissario Thomas Schael. Nella sentenza, firmata dalla giudice Silvana Cirvilleri, si contestano in particolare le modalità con cui sono stati gestiti l’overbooking nelle visite mediche e la sospensione della libera professione allargata.

“Una vittoria netta e inequivocabile che ristabilisce il valore della trasparenza, della legalità e del rispetto dei diritti sindacali”, ha commentato il sindacato Cimo, promotore del ricorso. La decisione del tribunale impone alla direzione dell’ente sanitario il ripristino immediato delle regole ordinarie per la prenotazione delle visite, bloccando di fatto la pratica dell’overbooking che consentiva l’accumulo di appuntamenti oltre il limite previsto.

Non meno grave, secondo la magistratura, la sospensione unilaterale della libera professione allargata, adottata senza il necessario confronto con le organizzazioni sindacali e senza attivare le procedure di contrattazione previste dalla normativa vigente.

La condotta antisindacale è stata riconosciuta anche per altre omissioni: la mancata predisposizione del piano annuale di pronta disponibilità, il mancato invio di documenti fondamentali come i piani di lavoro, le ferie residue, i volumi di attività e le prestazioni non catalogate. A questo si aggiunge la gestione opaca dei fondi destinati alle prestazioni aggiuntive.

Oltre alle misure correttive, il Tribunale ha condannato Città della Salute anche al pagamento delle spese legali per un totale di 6.600 euro.

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Quotidiano Piemontese

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