Cirò Marina, Spagnolo assolto dall’accusa di aver avuto un ruolo nella strage al ristorante
- Postato il 17 giugno 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Cirò Marina, Spagnolo assolto dall’accusa di aver avuto un ruolo nella strage al ristorante
Spagnolo assolto in appello per l’omicidio Pirillo compiuto a Cirò Marina, i killer ferirono una bimba che era con la vittima al ristorante
CIRÒ MARINA – La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione nei confronti di Giuseppe Spagnolo, uno dei plenipotenziari del “locale” di ‘ndrangheta di Cirò, dall’accusa di aver avuto un ruolo nella strage al ristorante “l’Ekò” dell’agosto 2007 in cui rimase gravemente ferita anche una bimba che la vittima predestinata, Vincenzo Pirillo, teneva sulle gambe. Per lui l’accusa aveva chiesto l’ergastolo. Uscito di scena, invece, il coimputato Giuseppe Farao, capo supremo del clan, dopo l’assoluzione in primo grado non impugnata dalla Procura nel troncone processuale svoltosi col rito abbreviato.
I COIMPUTATI
Nel processo col rito ordinario un altro dei capi del clan, Cataldo Marincola, è stato condannato all’ergastolo in primo grado, mentre Silvio Farao è stato assolto. Nei mesi scorsi erano finiti in carcere quattro pezzi grossi della cosca Farao Marincola, dominante nel Cirotano e nel Cosentino jonico. Si tratta di Franco Cosentino, Martino Cariati, Vito Castellano e Palmiro Salvatore Siena, accusati di essere stati organizzatori dell’agguato e componenti del commando, per i quali la Dda di Catanzaro ha già chiesto il giudizio immediato.
LA VICENDA
Pirillo morì in ambulanza durante il tragitto per l’ospedale di Crotone dopo essere stato raggiunto da quattro colpi di pistola sparati dal gruppo di fuoco di cui facevano parte, secondo l’originario impianto accusatorio, Spagnolo e altri non identificati. I killer raggiunsero il ristorante a bordo di due scooter e un’auto Hiunday e si misero a sparare all’impazzata tra gli avventori scatenando il fuggi fuggi generale.
In tutto furono sei le persone ferite dall’esecutore materiale che indossava un casco da motociclista, mentre un complice con tuta e mascherina da imbianchino si soffermava nel locale sulla cui veranda si sparse il terrore tra quanti erano a cena. Due proiettili colpirono Pirillo alla nuca, e subito dopo i sicari, approfittando del panico generale, fuggirono da una porta laterale.
LEGGI ANCHE: Il cinismo del killer Aloe: «Dopo l’omicidio ho dovuto buttare le scarpe nuove, mi è dispiaciuto»
LA DIFESA
Accolta, dunque, anche in appello, la tesi difensiva, sostenuta dagli avvocati Gregorio Viscomi e Tiziano Saporito. I legali individuano contraddizioni nelle rivelazioni del pentito Gaetano Aloe, cognato di Spagnolo. Aloe prima racconta che Spagnolo si oppone al progetto di sangue, ma alla fine dovette uniformarsi alla volontà della cosca. Dopo due settimane, il collaboratore di giustizia muta versione e indica Spagnolo non come oppositore ma come organizzatore del delitto. La difesa rileva contraddizioni anche sui dettagli relativi all’esecuzione svelati dal pentito.
Inoltre, fa riferimento anche alle rivelazioni del pentito Nicola Acri, che racconta che Cataldo Marincola, durante la sua latitanza, si lamentava del fatto che Spagnolo fosse riluttante e stesse temporeggiando nell’eseguire l’omicidio. «Non è logicamente possibile che Spagnolo fosse, contemporaneamente, un organizzatore entusiasta che si apprestava a sparare personalmente (come dice Aloe nella sua ultima versione) e un soggetto temporeggiatore e quasi inadempiente (come dice Acri)», è detto, tra l’altro, nella memoria difensiva.
Circa la partecipazione all’omicidio come esecutore materiale, continua a reggere l’”alibi”. L’omicidio è avvenuto “qualche minuto prima” delle 22:40. Spagnolo era stato controllato presso la sua abitazione agli arresti domiciliari alle22:35.
Il Quotidiano del Sud.
Cirò Marina, Spagnolo assolto dall’accusa di aver avuto un ruolo nella strage al ristorante