Cinquemila italiani vivono con malattie che la scienza trascura
- Postato il 28 gennaio 2025
- Di Agi.it
- 5 Visualizzazioni
Cinquemila italiani vivono con malattie che la scienza trascura
AGI - Dalla dengue alla Chikungunya fino alla malattia di Chagas, alla strongiloidosi, la schistosomiasi, la cisticercosi fino alla scabbia, filariosi, leishmaniosi ed echinococcosi cistica. In Italia sono almeno 4-5mila le persone colpite dalle cosiddette malattie tropicali neglette, 21 gruppi di patologie estremamente eterogenee, diffuse in particolar modo nelle aree tropicali più povere e che si diffondono sempre più anche in altri Paesi, come il nostro, a causa dei cambiamenti climatici, il turismo e la globalizzazione.
A fare il punto è un dossier dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e dell'Iss (Istituto superiore di sanità), a ridosso della giornata mondiale del 30 gennaio dedicata alle malattie tropicali neglette. Si stima che nel mondo queste patologie colpiscano 1,6 miliardi di persone, causando centinaia di migliaia di morti. "Si fa poco o niente per contrastarle nei Paesi poveri - scrivono Aifa e Is - dove tra malnutrizione e assistenza sanitaria pressoché inesistente trovano terreno fertile di coltura. Una questione umanitaria, ma che riguarda anche la salute globale, dal momento che molte di queste malattie, si pensi alla dengue, stanno espandendo la loro presenza nel mondo, Italia compresa". Nel 2024, ad esempio, sono stati registrati in Italia ben 693 casi di dengue, di cui 213 autoctoni, una cifra mai raggiunta prima. Sono invece 15 i casi di chikungunya, tutti di importazione, anche se negli anni passati si sono verificati dei focolai autoctoni di questa patologia.
"Dengue e chikungunya - sottolineano Aifa e Iss - fanno parte delle arbovirosi, malattie causate da virus trasmessi da vettori artropodi (come per esempio zanzare, zecche e flebotomi) che sono già soggette a una sorveglianza specifica nel nostro Paese, ma non sono le uniche presenti tra le malattie neglette". Toccano quota 600 i casi diagnosticati dal 1998 di malattia di Chagas, trasmessa da cimici e potenzialmente letale.
L'impatto in Italia
Secondo il dossier, centinaia anche le persone colpite in Italia dalla strongiloidosi, malattia provocata da un verme nematode parassita di piccolissime dimensioni capace però di generare infezioni persistenti e mettere in pericolo la vita di chi ne è colpito. E poi: schistosomiasi, cisticercosi, scabbia, filariosi, leishmaniosi ed echinococcosi cistica.
Alcune survey hanno rilevato che nel nostro Paese sono presenti anche tracoma, oncocerchiasi, lebbra e più recentemente opistorchiasi (trematodiasi alimentare), chikungunya e dengue. Inoltre, alcune tra queste NTDs sono da considerare storicamente endemiche in Italia a causa della presenza di vettori competenti (ditteri ematofagi, pappataci) per la leishmaniosi e di ospiti mammiferi intermedi e definitivi (ovini e cani da pastore) per l'echinococcosi cistica.
In particolare l'echinococcosi cistica (malattia zoonotica parassitaria) è la NTD di maggiore rilevanza in Italia con un tasso di incidenza media di circa 15 casi/1.000.000 di abitanti. "È importante parlare di malattie tropicali neglette - affermano il presidente dell'Aifa Robert Nisticò e quello dell'Iss Rocco Bellantone - perche' le popolazioni dimenticate del mondo lottano quotidianamente contro queste infezioni il cui impatto nel loro insieme è devastante e paragonabile a quello delle tre malattie chiamate big killers dei Paesi più poveri, ossia Tbc, malaria e Hiv/Aids".
Perché si diffondono
"Ma la questione ci tocca anche da vicino - proseguono - perché la mobilità di persone, cibi, animali, l'aumento dei viaggi, in aree più o meno remote del mondo, determinano l'acuirsi di un rischio che si è già reso evidente e che sarà destinato ad aumentare anche a causa del cambiamento climatico. L'aumento delle temperature può determinare, infatti, un maggiore rischio della presenza di vettori, spesso zanzare, in grado di trasmettere infezioni causate da virus".
È dunque molto importante tenere alta l'attenzione sulle 'neglette', perché altrimenti si rischia anche di perdere la capacità di diagnosticarle, oltre che di curarle in modo appropriato, aggiunge Anna Teresa Palamara, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss.
"Più in generale, è necessario - continua - un approccio diverso che tenga conto dello stato di salute generale delle persone e della capacita' dei sistemi sanitari se si vogliono combattere non solo le malattie neglette ma quelle infettive. Abbiamo temuto l'arrivo di un nuovo invincibile patogeno quando dalla remota provincia di Panzi giungevano notizie sulle migliaia di casi, ad oggi 3.512, e degli 80 morti che sono stati in realtà provocati dalla malaria, che soprattutto nei bambini con meno di 5 anni è diventata letale a causa della malnutrizione e alla sovrapposizione di infezioni da virus delle vie respiratorie, come l'influenza, l'adenovirus o il virus del raffreddore. Infezioni gestibili ma non su corpi debilitati dalla fame e dalla malaria stessa".
Sul fronte degli investimenti Nisticò ricorda che "Le iniziative contro le malattie tropicali neglette sono sostenute da uno dei più grandi programmi globali di donazione di medicinali: attualmente, 20 diversi tipi di farmaci sono donati da 12 produttori per supportare gli interventi contro le NTD. Tra il 2011 e il 2024, sono stati distribuiti quasi 30 miliardi di compresse e fiale; 1,8 miliardi sono stati donati e consegnati per le cure effettuate nel solo 2024. Ma durante la pandemia in molti Paesi trattamenti e assistenza hanno subito gravi interruzioni. Ora è il momento di rilanciare i programmi su sicurezza dell'acqua, servizi igienico sanitari e accesso all'assistenza sanitaria. Prevedendo nel contempo forme di sostegno internazionale alla ricerca di nuove e più efficaci terapie".
Continua a leggere...