“Cinquanta migranti deportati come irregolari, ma erano entrati in Usa secondo le procedure”: la denuncia
- Postato il 20 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Poco dopo che il governo statunitense aveva deportato illegalmente e incostituzionalmente circa 240 venezuelani nell’orribile prigione di El Salvador, il 15 marzo, la CBS News ha pubblicato i loro nomi. Una successiva inchiesta della CBS News ha scoperto che il 75% degli uomini presenti in quella lista non aveva precedenti penali né negli Stati Uniti né all’estero. Meno attenzione è stata prestata al fatto che decine di questi uomini non hanno mai violato le leggi sull’immigrazione”.
Inizia così il dossier del Cato Institute, un think tank americano fondato nel 1977 con buone posizioni nelle classifiche americane degli istituti di ricerca sociale. L’analisi mette il dito nella piaga rispetto alla politica del presidente Trump di espellere i “criminali” dagli Stati Uniti, e giunge alla conclusione che almeno 50 cittadini venezuelani, finiti nel Centro de Confinamiento del Terrorismo (Cecot) in Salvador, erano entrati legalmente negli Stati Uniti. La denuncia del Cato ha un certo valore poiché come istituto non fa parte di agglomerati contrari alle politiche conservatrici ed ha sempre difeso le politiche liberiste, auspicando la privatizzazione di settori ritenuti pertinenza dello Stato. Tuttavia, in tema di libertà individuale, il Cato sostiene che il governo non dovrebbe interferire con le scelte dei cittadini, ed ecco perchè ha difeso le unione omosessuali e la liberalizzazione delle sostanze stupefacenti.
Tornando alla vicenda delle espulsioni pubblicizzate nei primi cento giorni del mandato Trump come una grande operazione di repulisti, nel dossier si legge: “ll governo li chiama tutti immigrati illegali. Ma dei 90 casi in cui è noto il metodo di attraversamento, 50 uomini dichiarano di essere entrati legalmente negli Stati Uniti, con un permesso anticipato del governo statunitense, presso un valico di frontiera ufficiale”. Ed ancora: “Si tratta di persone che sono arrivate negli Stati Uniti con un’autorizzazione preventiva del governo statunitense, sono state sottoposte a controlli e screening prima dell’arrivo, non hanno violato alcuna legge sull’immigrazione statunitense e il governo statunitense le ha ‘fatte sparire’ senza un regolare processo, trasferendole in una prigione straniera”.
Ma chi erano questi “irregolari” che dovevano essere mandati via a tutti i costi? Il Cato scrive così: “Erano operai, edili, installatori di tubature, cuochi, fattorini, un allenatore di calcio, un truccatore, un meccanico, un veterinario, un musicista e un imprenditore, che avevano trovato rapidamente lavoro”. In opposizione alle indicazioni di Washington sul fatto che gli espulsi facessero parte di gang internazionali centroamericane, il Cato si è rifatto alle inchieste sviluppate da New York Times, Bloomberg e Cbs News; i cronisti si sono soffermati sulle accuse del governo rispetto all’appartenenza dei deportati all’organizzazione criminale Tren De Aragua, e la conclusione è stata questa: “Almeno 42 persone sono state etichettate come membro di una gang principalmente in base ai tatuaggi, che le gang venezuelane non usano per identificare i membri e non sono indicatori affidabili dell’appartenenza a una gang. Il Dipartimento di Sicurezza Interna (DHS) ha creato una lista per determinare quale peso abbia ‘vestirsi’ come membro di una gang, usare ‘segni da gang’ e, soprattutto, i tatuaggi. Non è richiesta alcuna condanna penale, arresto o testimonianza. Le immagini dei ‘tatuaggi Tren de Aragua’ del DHS includono il logo di Jordan, un AK-47, un treno, una corona, la scritta hijos, una stella, un orologio e una maschera antigas. Ma come ha dimostrato Aaron Reichlin Melnick dell’American Immigration Council, questi tatuaggi non sono stati presi da membri di gang venezuelane, ma piuttosto prelevati dal DHS da account di social media che non hanno nulla a che fare con Tren de Aragua o il Venezuela”.
Dal mese di marzo, l’amministrazione Trump per giustificare le deportazioni ha invocato l’Alien Enemies Act, una legge del 1798 pensata per essere utilizzata in tempo di guerra. Gli avvocati dei venezuelani espulsi in manette hanno denunciato torture fisiche e psicologiche ai danni dei loro assistiti nel carcere Cecot, in Salvador.
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