Ciclismo, dopo le proteste per Gaza la Israel Premier-Tech rinuncia a tutte le gare previste in Italia

  • Postato il 4 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La Israel Premier-Tech ha rinunciato a tutte le gare previste in Italia, alcune di grande rilevanza. Il team ciclistico israeliano ha deciso di non partecipare a tutte le Classiche autunnali in Italia, che cominceranno oggi – sabato 4 ottobre – con il Giro dell’Emilia. Competizione quest’ultima dalla quale il Comune di Bologna aveva chiesto nei giorni scorsi di escludere proprio la squadra di Tel Aviv. Non parteciperà nemmeno alla Coppa Agostoni (5 ottobre), alla Coppa Bernocchi (6 ottobre), alla Tre Valli Varesine (7 ottobre) e al Gran Piemonte (9 ottobre). Secondo quanto riportato da Cycling news, la decisione sarebbe arrivata dopo ore di colloqui con gli organizzatori delle diverse corse.

Da capire, però, cosa succederà per il Giro di Lombardia in programma sabato 11 ottobre. Quella è una gara World Tour, organizzata da RCS, e la Israel Premier Tech dovrà prima confrontarsi con l’UCI per capire cosa fare: in questo caso non può infatti revocare automaticamente la sua partecipazione. Non c’è nessuna ufficialità al momento, ma il team israeliano dovrebbe comunque saltare anche quello per ragioni di sicurezza.

Le stesse ragioni che ci sono dietro alla scelta della Israel Premier-Tech di non prendere parte alle gare italiane del weekend, soprattutto dopo gli ultimi giorni di grandi proteste in tutta Italia, con più di due milioni di italiani in varie città che venerdì 3 ottobre sono scesi in piazza per protestare contro il genocidio in corso a Gaza e dopo le ultime vicende che hanno coinvolto la Global Sumud Flotilla. Il team negli ultimi mesi inoltre è finito nel mirino delle proteste pro-Palestina soprattutto durante la Vuelta di Spagna, dove addirittura è stata anche annullata l’ultima tappa a causa dei manifestanti che hanno bloccato il circuito.

La Vuelta – una delle corse ciclistiche più importanti al mondo insieme al Giro d’Italia e al Tour de France – è stata infatti teatro di numerosissime manifestazioni pro Palestina, contro il genocidio a Gaza e anche contro la presenza del team israeliano nella competizione. Il team Israel-Premier Tech non è legato direttamente allo Stato, ma è finanziato dal miliardario canadese-israeliano Sylvan Adams e dall’uomo d’affari americano Ron Baron.

Serie di proteste e manifestazioni che hanno anche portato la Factor, azienda che fornisce le bici al team israeliano, a mettere in dubbio il rapporto di collaborazione. La Factor Bikes ha infatti imposto al team di cambiare denominazione e bandiera, togliendo ogni riferimento a Israele. Una pressione talmente forte al punto che dopo un lungo colloquio con lo stesso fondatore di Factor, Sylvain Adams – proprietario del team – avrebbe deciso di cambiare sia nome che bandiera. Inizialmente avrebbe chiesto di cambiare soltanto il nome, ma l’azienda di produzione di bici avrebbe insistito per togliere anche la bandiera israeliana. I dettagli devono ancora essere definiti, ma il nuovo nome potrebbe essere Factor-Premier Tech o Premier Tech-Factor.

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Il Fatto Quotidiano

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