Chiusa la bara di Papa Francesco: il rogito, le monete e ai piedi le sue scarpe ortopediche consumate

  • Postato il 26 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

La bara di Papa Francesco è stata sigillata alle 20 del 25 aprile, quando la Basilica di San Pietro era stata già chiusa ai fedeli per l’ultimo omaggio. Al rito, oltre ai cardinali, erano presenti anche alcuni famigliari del pontefice defunto. Nella bara sono stati deposti il rogito, un documento che riporta la vita e le opere di Bergoglio e che è stato chiuso in un tubo metallico, e alcune monete coniate durante il suo Pontificato col la sua effigie. Ai piedi di Francesco, le sue scarpe nere. Ortopediche, consumate, che lo hanno accompagnato nei suoi viaggi e nella sua quotidianità e che erano fatte su misura dal suo calzolaio di Buenos Aires, Carlos Samaria.

Il rito – “Fratelli e sorelle carissimi – ha detto il celebrante in latino -, siamo qui riuniti per compiere alcuni atti di umana pietà, prima della Messa esequiale del nostro Papa Francesco. Leggeremo il rogito che ricorda la sua vita e le sue opere più importanti, per le quali rendiamo grazie a Dio Padre. Copriremo il suo volto con venerazione, nella viva speranza che egli possa contemplare il volto del Padre, insieme con la Beata Vergine Maria e tutti i Santi”. Il maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie ha dato quindi lettura del rogito, i cui esemplari vengono sottoscritti da alcuni presenti. Dopo il Cantico di Zaccaria, tutti hanno pregato in silenzio per qualche tempo. E dopo un’ulteriore preghiera del celebrante, il maestro delle Cerimonie ha steso un velo di seta bianca sul volto del Pontefice defunto, e il celebrante ha asperso il corpo con l’acqua benedetta. Quindi il maestro ha deposto nella bara la borsa con le monete e le medaglie coniate durante il pontificato e il tubo con il rogito, dopo aver apposto il sigillo dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche. Viene posto allora il coperchio alla bara di zinco sul quale si trovano la croce, lo stemma del Pontefice defunto e la targa con il suo nome, la durata della sua vita e del suo Ministero petrino. La bviene saldata e vengono impressi i sigilli del cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, della Prefettura della Casa pontificia, dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche pontificie e del Capitolo vaticano. Viene chiusa infine anche la bara di legno, sul cui coperchio si trovano la croce e lo stemma del Pontefice defunto. I canti delle Antifone e la recita dei Salmi chiudono la cerimonia.

Il testo del rogito – “Francesco ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di umanità, di vita santa e di paternità universale”. Con queste parole si conclude il “Rogito per il Pio transito” di papa Francesco, il documento che ne riporta la vita e le opere, letto questa sera e deposto all’interno della bara durante il rito della chiusura, nella Basilica di San Pietro.

“Fu un pastore semplice e molto amato nella sua Arcidiocesi, che girava in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus – riporta tra l’altro il documento -. Abitava in un appartamento e si preparava la cena da solo, perché si sentiva uno della gente. Dai Cardinali riuniti in Conclave dopo la rinuncia di Benedetto XVI fu eletto Papa il 13 marzo 2013 e prese il nome di Francesco, perché sull’esempio del santo di Assisi volle avere a cuore innanzitutto i più poveri del mondo”.

“Sempre attento agli ultimi e agli scartati dalla società – dice ancora il Rogito -, Francesco appena eletto scelse di abitare nella Domus Sanctae Marthae, perché non poteva fare a meno del contatto con le persone, e sin dal primo Giovedì Santo volle celebrare la Messa in Cena Domini fuori dal Vaticano, recandosi ogni volta nelle carceri, in centri di accoglienza per i disabili o tossicodipendenti“.

“Ha esercitato il ministero Petrino con instancabile dedizione a favore del dialogo con i musulmani e con i rappresentanti delle altre religioni, convocandoli talvolta in incontri di preghiera e firmando Dichiarazioni congiunte a favore della concordia tra gli appartenenti alle diverse fedi, come il Documento sulla fratellanza umana siglato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con il leader sunnita al-Tayyeb“, prosegue. “Più volte la sua voce si è levata in difesa degli innocenti. Alla diffusione della pandemia da Covid-19, la sera del 27 marzo 2020 volle pregare da solo in piazza San Pietro, il cui colonnato simbolicamente abbracciava Roma e il mondo, per l’umanità impaurita e piagata dal morbo sconosciuto. Gli ultimi anni di pontificato sono stati costellati da numerosi appelli per la pace, contro la Terza guerra mondiale a pezzi in atto in vari Paesi, soprattutto in Ucraina, come pure in Palestina, Israele, Libano e Myanmar”.

Il rogito elenca anche i documenti di papa Francesco, le quattro encicliche, le esortazioni apostoliche, le costituzioni compresa la Praedicate Evangelium per la riforma della Curia romana. E sottolinea: “Il magistero dottrinale di Papa Francesco è stato molto ricco. Testimone di uno stile sobrio e umile, fondato sull’apertura alla missionarietà, sul coraggio apostolico e sulla misericordia, attento nell’evitare il pericolo dell’autoreferenzialità e della mondanità spirituale nella Chiesa”.

L'articolo Chiusa la bara di Papa Francesco: il rogito, le monete e ai piedi le sue scarpe ortopediche consumate proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti