Chip indiani nei sistemi russi, anche Delhi vuole esportare più armi

  • Postato il 18 aprile 2025
  • Di Panorama
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Il 7 aprile scorso una nota dell’intelligence militare ucraina ha diffuso la notizia che un componente elettronico di fabbricazione indiana sarebbe stato trovato e identificato per la prima volta in un sistema d’arma russo. Secondo quanto si è appreso da siti riconducibili a Kiev si tratterebbe di un microprocessore costruito dall’azienda indiana Aura Semiconductor finito in un apparato in uso alle forze russe. Difficile, al momento, stabilire se tale oggetto fosse stato effettivamente prodotto in India oppure triangolato da una delle filiali cinesi di Shenzhen, Ning Bo o Shanghai. Aura ha anche sedi negli Usa, in California, ed è un’azienda costantemente controllata proprio per le sue capacità nel settore elettronico. Il punto di forza di Delhi è costituito dalle nuove generazioni di ingegneri altamente formati (in occidente, dal Regno Unito agli Usa), e dalla capacità di adattarsi alle tecnologie dottrine militari delle armi russe e occidentali allo stesso tempo, fatto che provoca un aumento delle richieste da parte estera anche per via dei prezzi contenuti e ridotti fino a un decimo rispetto a quelli occidentali, come avviene per i proiettili per artiglieria, che costano 350 dollari contro prezzi europei da 3.200, oppure con i cannoni, acquistabili a pochi milioni di dollari l’uno contro un prezzo occidentale praticamente doppio. Il momento storico è propizio, sono infatti molte le nazioni che stanno cercando nuovi fornitori, soprattutto dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina, con le produzioni occidentali condizionate dalla necessità di mantenere gli impegni di fornitura verso Kiev.

Comunque sia andata la vicenda, pochi giorni dopo la notizia del ritrovamento del chip, il Ministero degli Affari Esteri indiano (Mea) ha confermato che il primo ministro Narendra Modi ha ricevuto l’invito dal Presidente russo Vladimir Putin per partecipare alle imminenti celebrazioni del Giorno della Vittoria, ovvero alla parata militare che ogni anno si svolge a Mosca il 9 maggio. Successivamente, nel corso di una conferenza stampa settimanale, il portavoce del Mea Randhir Jaiswal ha dichiarato: “Il nostro Primo Ministro ha ricevuto un invito a partecipare alle celebrazioni del Giorno della Vittoria, ma annunceremo la nostra partecipazione al momento opportuno.” Secondo l’agenzia di stampa statale russa Tass è più probabile che a rappresentare l’India sia invece il ministro della Difesa Rajnath Singh, con il quale Mosca dialoga soprattutto per forniture militari.

L’evento di quest’anno è particolarmente importante perché segna l’80 anniversario del trionfo dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale e viene celebrato nella Piazza Rossa di Mosca alla presenza dei vertici del Cremlino. Per il ministro Singh si tratterebbe di un ritorno, in quanto aveva visitato la Russia in occasione per la messa in servizio della fregata INS Tushil a Kaliningrad, costruita dai russi, e in quei giorni il diplomatico aveva reso omaggio alla Tomba del Milite ignoto a Mosca. Nel frattempo, anche il Presidente russo Vladimir Putin dovrebbe visitare l’India nel corso di quest’anno su invito del primo ministro Modi, con tanto di conferma da parte del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che ha dichiarato: “Il Presidente Vladimir Putin ha accettato l’invito del capo del governo indiano. Una visita del capo di Stato russo in India è attualmente in preparazione”. Tra le iniziative in corso pare ci possa essere anche la partecipazione di un’unità cerimoniale delle forze armate indiane alla parata, il che richiederebbe l’arrivo dei militari in Russia con almeno qualche settimana di anticipo per le prove.

Di fatto per la Russia il governo indiano è un grande cliente e un ottimo interlocutore, al punto che l’India sta sviluppando una nuova strategia per incrementare le sue esportazioni di armi, anche offrendo prestiti a lungo termine e a basso costo attraverso la controllata Export-Import Bank anche ad acquirenti stranieri, compresi quelli che tradizionalmente acquisiscono armi russe. E questo ovviamente non piace alla Nato, ma con l’aumento della domanda globale di armi, Nuova Delhi mira a posizionarsi come fornitore alternativo a basso costo. L’iniziativa prevede l’invio di addetti alla difesa presso le ambasciate in Africa, nelle nazioni del Sud-est asiatico e in Sud America, e la negoziazione diretta di alcuni accordi per l’acquisto di armi da parte del governo indiano. L’iniziativa si concentra quindi sui Paesi che storicamente hanno acquistato armi sovietiche o russe e i cui standard militari sono più compatibili con gli equipaggiamenti indiani rispetto ai sistemi utilizzati dall’Alleanza Atlantica. Tra questi Paesi figurano Algeria, Argentina, Brasile, Cambogia, Etiopia, Guyana, Marocco e Tanzania. Le vendite indiane di armi e di prodotti per la Difesa sono aumentate notevolmente rispetto ai 230 milioni di dollari di dieci anni fa; il governo di Narendra Modi non ha mai nascosto di voler incrementare l’esportazione di armi fino a sei miliardi di dollari entro il 2029, anche se si tratta di una cifra difficilmente raggiungibile poiché a oggi il Paese non ha ancora raggiunto l’obiettivo di 3,5 miliardi previsto per il biennio 2024-2025.

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Panorama

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