Chiede alla cliente 18.600 euro in pochi giorni per il deposito di “atti urgenti”, avvocatessa di Loano a processo per truffa aggravata

  • Postato il 23 ottobre 2025
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Savona. Si è tenuta oggi in tribunale a Savona la prima udienza del processo che vede un’avvocatessa di Loano accusata di truffa aggravata nei confronti di una propria cliente.

La vicenda risale a qualche mese fa quando la donna, di ritorno da un pranzo in un ristorante di Garlenda, è stata fermata per un controllo di polizia: sottoposta a test, è stata trovata con un tasso alcolemico superiore al limite consentito (0,80 contro 0,50).

Per difendersi dall’accusa di guida in stato di ebbrezza, la donna ha nominato quale proprio difensore l’avvocatessa loanese, che ha immediatamente cominciato a chiedere alla propria cliente il pagamento di importanti somme. Complessivamente, in soli cinque giorni la professionista ha ricevuto dalla sua assistita la cifra di 18.600 euro. Il tutto è stato “giustificato” dalla necessità di dover depositare alcuni atti urgenti. In altri casi, la richiesta era motivata dall’opportunità di ottenere rilevanti sconti sull’Iva nel caso di “bonifici immediati” ed effettuati in un’unica soluzione.

Che la condotta dell’avvocato non fosse proprio regolare era provato dal fatto che, in un caso, il legale abbia chiesto alla cliente di effettuare il pagamento sul conto corrente del marito, indicando quale causale “Pagamento per viaggio in Messico”. Inoltre, tra le parti non era mai stato stipulato alcun contratto e, in generale, è stato accertato che l’avvocato non aveva mai avviato l’attività per cui era stato ingaggiato.

Insospettita da questo comportamento, la cliente ha presentato un esposto disciplinare all’Ordine degli Avvocati di Savona. Il Consiglio dell’Ordine, alla luce di gravità delle condotte e della possibile rilevanza penale, ha inoltrato l’esposto alla Procura della Repubblica di Savona, che ha proceduto con la richiesta di giudizio immediato. Alla luce delle rilevanze, il Gip ha emesso decreto di giudizio immediato. Poiché l’imputata non ha formulato richiesta di riti alternativi, il processo è iniziato.

L’aggravante è costituita dal fatto di “aver ingenerato timore di pericolo immaginario” nella cliente; inoltre è accusato di “abuso di prestazione d’opera” quindi di aver approfittato del rapporto tra avvocato e assistita.

Questa mattina, come detto, si è tenuta la prima udienza del processo davanti al giudice Francesco Giannone. La cliente, difesa dall’avvocato Davide La Monica, si è costituita parte civile. Il giudice ha ammesso la costituzione e rinviato il procedimento al 26 marzo, giornata in cui verranno ascoltati i testimoni indicati dal Pm Luca Traversa. L’imputata è rappresentata dall’avvocato Lorenzo Vercellino di Loano.

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Il Vostro Giornale

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