Chiara Petrolini in Corte d’Assise: al processo la foto di un suo neonato morto, lei esce dall’aula. Conferito l’incarico per la perizia psichiatrica
- Postato il 15 settembre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
È accusata di avere ucciso i suoi due bimbi, quando erano appena nati, e di averli seppelliti nel giardino della villetta dove vive con la sua famiglia Vignale di Traversetolo, in provincia di Parla. Oggi Chiara Petrolini, 22 anni, davanti alla Corte di assise di Parma, è voluta uscire dall’aula quando è stata proiettata la foto, scattata dal 118, del cadavere del suo secondogenito, trovato morto il 9 agosto 2024. Neonato di cui lei era la madre, che è ai domiciliari da circa un anno per duplice omicidio premeditato dei suoi figli, concepiti con l’ex fidanzato, Samuel Granelli, suo coetaneo. Il primo parto risale al 12 maggio 2023, il secondo al 7 agosto 2024. I resti del secondo figlio (Angelo Federico) sono stati trovati per caso due giorni dopo, quando la ragazza e la famiglia erano in vacanza negli Stati Uniti. Da lì sono scattate le indagini che hanno portato al ritrovamento da parte dei carabinieri del cadavere del primogenito (Domenico Matteo), qualche settimana dopo. Anche Granelli, alla vista delle immagini, è uscito. Petrolini è poi rientrata in aula per il conferimento dell’accertamento psichiatrico alle perite nominate dai giudici, Marina Carla Verga e Laura Ghiringhelli. Poi, come aveva annunciato il suo difensore, Nicola Tria, è uscita definitivamente dall’udienza, rinunciando a presenziare e rientrando a casa. Quando è uscita dall’aula il padre, presente tra il pubblico, l’ha raggiunta. Le perite, affiancate dai consulenti delle parti, dovranno visitare la 22enne, acquisendo documentazione clinica e processuale ed esprimersi sulla capacità di intendere di volere all’epoca dei fatti e, in caso di incapacità, sulla pericolosità sociale della ragazza. Le operazioni inizieranno il 25 settembre alle 16.30. Le perite hanno chiesto un termine di 90 giorni alla Corte di assise, presieduta dal giudice Alessandro Conti. Saranno chiamate a testimoniare al processo il 2 febbraio 2026. Chiara Petrolini sarà sottoposta a test e autorizzata a raggiungere lo studio delle perite, per sottoporsi agli incontri.
Le testimonianze – Pochi minuti prima che la ragazza uscisse dall’aula, era iniziata la deposizione del maresciallo della stazione del paese, Carlo Salvatore Perri, il primo a intervenire sul posto. Perri si è commosso all’inizio della sua testimonianza, quando ha raccontato del ritrovamento di un neonato, il 9 agosto 2024, nel giardino della casa di Vignale. “Vidi questo corpicino – ha detto rispondendo alle domande della pm Francesca Arienti – e le dico ho difficoltà, essendo padre, in quel momento non sono stato bene”. In seguito, col proseguire delle indagini, venne trovato un secondo corpo, circa un mese dopo, di un bambino partorito sempre dalla 22enne un anno e mezzo prima. Delle due gravidanze, a circa un anno e mezzo l’una dall’altra, nessuno avrebbe saputo nulla. Né famiglia, né amici, né il fidanzato. “La posizione del neonato ha allontanato il dubbio che fosse stato gettato lì, essendo appoggiato sul fianco sinistro, con le mani a protezione del viso, quasi fosse stato lì appoggiato”, ha dichiarato inoltre il tenente colonnello Domenico Sacchetti, comandante del nucleo investigativo di Parma. “La buca era coperta da alcune siepi, che proteggono e coprono muro che nasconde la scalinata che porta al piano seminterrato dell’abitazione. La buca si trova nelle immediate adiacenza dell’asciugamano e ha dimensioni di 60×80, con profondità di 24 centimetri”. Nella prima fase, ha proseguito, “tutti escludevano nella maniera più categorica possibile che Chiara Petrolini potesse essere in gravidanza”. Durante una telefonata con l’ufficiale dell’Arma, “il padre escluse che la figlia fosse in gravidanza, disse che recentemente aveva avuto il ciclo, non riusciva a darsi spiegazioni”. Anche la madre, ha detto Sacchetti, riferì della perdita di sangue in taverna, dove la ragazza dormiva in estate, legata alle mestruazioni. E Chiara stessa, parlando al telefono, confermò questa ricostruzione. E, spiegando i contenuti delle intercettazioni ambientali, il colonnello ha poi precisato che “davanti a un’iniziale negazione, c’è stata un’ammissione di responsabilità di Chiara Petrolini, a cui i genitori reagiscono con incredulità e lei si giustifica dicendo che non ha ucciso il bambino, ma che il bimbo era nato morto. Lei si mostra come una ragazza spaesata e si giustifica dicendo ‘Non sapevo come fare'”, ha aggiunto. “‘Ho spinto ed è venuto fuori’, aveva detto, sottolineando che nessuno sapeva niente. I genitori increduli le chiedono di dire come ha fatto, lei continua ad ammettere le responsabilità. Il papà si chiede com’è possibile, ‘hai avuto il ciclo ed eri senza pancia’ “, la ricostruzione del colonnello. Sono state quindi mostrate in aula foto di Chiara poche settimane prima del parto: a un concerto, ad una festa. Le persone sentite nei primi giorni – ha spiegato Sacchetti – anche tra gli amici della 22enne, raccontavano che aveva uno stile di vita incompatibile con la gravidanza: consumava bevande alcoliche, sigarette, marijuana.
Gli ingressi in Corte d’Assise – Un post-it giallo con un numero scritto sopra in blu, fino ad un massimo di 30, è stato consegnato all’ingresso del tribunale di Parma ai giornalisti arrivati per seguire l’udienza. Lo stesso bigliettino è stato consegnato dal personale di vigilanza anche alle persone presenti per assistere al dibattimento, tra cui amici o parenti dell’imputata. Il metodo per filtrare gli accessi, come in posta o al supermercato, è stato adottato nella seconda udienza, tenendo conto dell’ordine di arrivo delle persone, indipendentemente dagli accrediti presentati dai giornalisti per la prima udienza, a fine giugno. Sempre all’ingresso è stato ribadito più volte che non era consentito entrare con telecamere: in aula sono permesse solo foto, solo per i primi cinque minuti di ogni udienza.
Le tombe dei due piccoli – I due piccoli, Angelo Federico e Domenico Matteo Granelli, sono stati sepolti nel piccolo cimitero di Bannone, a pochi chilometri da Traversetolo (Parma). “Per sempre nei nostri cuori” recita la scritta sulla lapide, accanto sono stati posati un mazzo di fiori, due pupazzetti da un lato, due angioletti dall’altro. La benedizione delle salme e la sepoltura erano avvenute in forma privata nel marzo scorso, una cerimonia intima che aveva lasciato in sospeso la posa definitiva della lastra di marmo sull’avello. Di recente, rivela 12TvParma, è stata aggiunta una lapide con l’iscrizione commemorativa, i nomi dei due bimbi e le date di nascita. Nel gennaio scorso Samuel Granelli, ex fidanzato di Chiara, aveva firmato contemporaneamente l’atto di nascita e quello di morte, scegliendo i nomi dei figli e dando loro il suo cognome. Anche Chiara aveva partecipato al procedimento, davanti al Tribunale civile di Parma.
L'articolo Chiara Petrolini in Corte d’Assise: al processo la foto di un suo neonato morto, lei esce dall’aula. Conferito l’incarico per la perizia psichiatrica proviene da Il Fatto Quotidiano.