Chiara Ferragni, perché “sono ‘scomparsi’ i conti di Sisterhood”? Della ‘cassaforte’ dell’influencer “non si sa nulla dal 2022”. Oggi assemblea Fenice

  • Postato il 26 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Oggi è un altro giorno importante per il futuro delle aziende di Chiara Ferragni. È infatti prevista per oggi 26 giugno l’assemblea di Fenice Srl, la società titolare dei marchi dell’imprenditrice digitale, che si riunirà per un affrontare un passaggio decisivo: approvare il bilancio 2024. Che, svela la sezione economia del Corriere della Sera, sarà in forte perdita. Come ampiamente prevedibile, visto il crollo degli affari, la fuga dei partner commerciali (a cominciare da Safilo, che ha chiesto alla Ferragni un risarcimento danni da 5,6 milioni di euro), la chiusura dei negozi a Milano e Roma e la crisi di reputazione da cui fatica a riprendersi. Occhio però alle mosse dell’unico socio rimasto, Pasquale Morgese, il quale dovrebbe votare contro.

LA FERRAGNI APPROVA IL BILANCIO (IN PERDITA) DEL 2024
Ma qual è lo stato dei conti della Fenice? Le perdite sono rilevanti e si assestano sopra i 10 milioni, per effetto del “pandoro gate” scoppiato a dicembre 2023. Da quel momento, la situazione è precipitata “ma gli oltre 10 milioni di rosso del 2023-2024 sono già stati riassorbiti (anche) con la ricapitalizzazione di aprile”, precisa il Corriere. Chiara Ferragni ha infatti firmato un aumento di capitale pari a 6,4 milioni per rilanciare il suo brand e dunque nel bilancio del 2024 che verrà approvato oggi non dovrebbero esserci sorprese sui numeri. “Anche il fatturato dovrebbe attestarsi intorno ai 2 milioni (erano 14 nel 2022 con 3,4 di utile). Dall’assemblea potrebbe emergere qualche dato di prospettiva”.

I “CONTI DIMENTICATI” E LE MOSSE DEL SOCIO MORGESE
C’è però qualcosa di strano, fa notare il quotidiano di via Solferino, perché “sono ‘scomparsi’ i conti di Sisterhood”, ossia la cassaforte dell’influencer, proprietaria anche dell’altra società operativa, TBS-Crew e del superattico di CityLife. “Dal 2022 che non se ne sa nulla”, svela il giornalista Mario Gerevini. “Possibile che anche questa casella venga sistemata nelle prossime settimane ma il ‘vuoto’ così prolungato è del tutto anomalo e da Ferragni filtrano spiegazioni interlocutorie”. L’ultimo bilancio è quello al 31 dicembre 2022. Come lo giustifica l’entourage della Ferragni? “Filtra la spiegazione che, essendo holding, Sisterhood aspetta la chiusura, a breve, di tutti i bilanci delle controllate. Ma la questione delle chiusure riguarda il 2024 mentre Sisterhood, a quanto risulta, non avrebbe depositato nemmeno il bilancio 2023. Perché si nasconde?”, si domanda il Corriere. “A governare con pieni poteri la holding come amministratore unico, è un commercialista italo-ticinese, Maurizio Binelli che da circa un anno condivide alcune deleghe anche con la madre di Chiara, Marina Di Guardo. Sono loro che hanno la responsabilità di gestione”. Intanto gli occhi sono puntati su Pasquale Morgese, che possedeva il 27,5% della Fenice si è tenuto lo 0,2% “al solo scopo di avviare una causa di risarcimento, impugnando le delibere di bilancio e aumento di capitale e minacciando azioni di responsabilità contro gli ex amministratori (Ferragni, Barletta e Damato)”. È scontato che oggi, attraverso i suoi rappresentati, voterà contro l’approvazione del bilancio 2024.

I NUOVI AFFARI DI FABIO MARIA DAMATO
A proposito di bilanci, come vanno gli affari di Fabio Maria Damato, ex “braccio destro e sinistro” (cit.) della Ferragni? Franco Bechis rivela su Open che i risultati non sono eclatanti. Meno di un anno fa, nell’agosto del 2024, Damato aveva fondato la Brave srl, una sua società di consulenza nel mondo della moda. “Ora è arrivato anche il primo bilancio approvato, quello del 2024, che naturalmente è limitato all’ultimo quadrimestre dell’anno. E i risultati non sembrano eclatanti: 30.075 euro di fatturato e un utile netto di 13.216 euro”, svela Bechis. “Cifre lontanissime dalle montagne di euro dell’epoca d’oro dei Ferragnez, ma altrettanto lontane dalla voragine che si è aperta in quel gruppo dopo l’esplosione del Pandoro-gate e le perdite milionarie che ne sono derivate”.

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