Chi sono e perché si parla così tanto dei gruppi di giovani detti “maranza”
- Postato il 2 maggio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Nel quartiere romano di Don Bosco, un gruppo di “maranza” ha agredito alcuni ragazzi rumeni all’interno di una sala giochi. Uscendo dalla sala, il gruppo formato da 15-20 ragazzi ha distrutto con le mazze da baseball i vetri di alcune auto in sosta.
Al di là dell’aggressione su cui sta indagando la Procura di Roma, vediamo nello specifico chi sono i maranza, la tipologia di giovani a cui appartengono gli aggressori che hanno agito alla periferia di Roma.

Chi sono i “maranza”
Maranza è una parola che esiste da decenni ma che più o meno dal 2022 si è cominciato a usare più di frequente, soprattutto a Milano e nel nord Italia. Nel gergo giovanile la si usa per riferirsi a ragazzi, in molti casi italiani di seconda generazione figli di immigrati nordafricani, che vivono nelle periferie.
Si tratta di giovani che ascoltano musica trap e che sono riconoscibili anche nell’abbigliamento: tute in acetato, scarpe da ginnastica, borsello e smanicato. Il termine ha una connotazione negativa e viene spessissimo associato a reati legati alla microcriminalità.
Il termine marranza era già in voga negli anni Ottanta
Maranza non è in realtà un termine nuovo dato che era già in voga tra gli anni Ottanta e Novanta pur con un significato diverso. L’Accademia della Crusca spiega infatti che all’epoca era sostanzialmente sinonimo di tamarro, un termine legato al mondo della musica dance e di chi frequentava i locali notturni mettendo in scena atteggiamenti sopra le righe. C’è anche un riferimento musicale: Jovanotti ha usato questa parola nel 1988 nel testo della sua canzone Il capo della banda.
C’è poi la definizione della Treccani che definisce i maranza come giovani appartenenti a gruppi rumorosi, noti per atteggiamenti arroganti e provocatori inclini al litigio.
L’origine della parola marranza
L’origine della parola è incerta. Si ipotizza una derivazione dal termine tamarranza. Da notare infatti che il suffisso “anza”, nel Nord Italia viene spesso usato per ridicolizzare. Per fare un esempio, un altro termine che in quella parte d’Italia viene usato in modo dispregiativo è la parola riccanza, usata per sbeffeggiare chi ostenza richezza.
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