Chi fugge, chi resta, chi prenota. Che "tipo da vacanza 2024" sei?

  • Postato il 27 luglio 2024
  • Di Il Foglio
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Chi fugge, chi resta, chi prenota. Che "tipo da vacanza 2024" sei?

Il Prenotatore a Settembre. Gli garba essere il più intelligente di tutti. Il mare è migliore, a settembre. Costa di meno tutto. Aggiungere l’altro vantaggio strategico, la furberia micidiale: ad agosto negli uffici è fiacca desertica, non chiama nessuno, non c’è niente da fare. Sarà come non lavorare. Solo certe sere nella città torrida e fantasma gli prende un po’ di pucundrìa: sarò uno scemo? Che divertimento è partire quando tutti tornano? Era meglio stare nel carnaio d’agosto? – e così commenta le foto dal mare degli amici con un deciso “Milano ad agosto è bellissima!”, gli amici gli rispondono con un cuore, il cui significato è “sì sì, come no”.
 

L’Apritore di Mente. Organizza viaggi da spaccarsi la schiena in giro per il mondo, è agosto eppur bisogna andar. Si sposta, cammina chilometri nelle province sperdute, mangia alle bancarelle per strada, prende piccoli velivoli malsicuri per andare da una città dove c’è poco a un’altra città dove c’è poco. Parla con le persone continuamente, deve estorcere informazioni, cose, si istruisce sui modi di vivere locali dai passanti, avido di poter dire che poi sa bene lì come si campa. Tutto questo lo chiama apertura della mente, se lo mette in curriculum. Gli servirà durante l’inverno, a cena. Parlerà di radure esotiche, di quando ha mangiato cavallette farcite alla fine del mondo. E così bisogna fingere interesse un paio di minuti, non c’è possibilità di venirne fuori. Poco dopo prenderà la parola l’amico che tutti hanno a benvolere, perché sa i pettegolezzi interessanti, il più aperto di mente di tutti, quello che viaggia pochissimo.
 

La Madre de’ Criature. Impacchetta le valigie di tutti e sogna. Sogna i figli in colonia due settimane dalle suore, senza telefono, il marito con l’amante, lei a casa, da sola, sul divano. Da lì alla felicità sarebbe un attimo.
 

L’Amico di quello con la Barca. Non vede l’ora. Vive per quei giorni. Dalla salita in passerella è un diluvio di foto sui social, a prua, a poppa, sdraiato, con un vinello in mano, al tramonto, all’alba. Video di tuffo. Calette. Foto all’abbronzatura, foto sul divanetto, prospettive impegnate che facciano presumere che è un 25 metri anziché 8. Lo sforzo è tutto profuso a far filtrare con educazione l’idea che la barca è sua, stando attendo a non offendere il Proprietario della Barca.
 

Il Proprietario della Barca. Non gliene frega niente. E non si accorge dei rampicanti, della furia degli amici avidi di farsi vedere in barca. Come tutti i ricchi non capisce quale sarebbe l’utilità di esibire i quattrini.
 

L’Esperta di Costumi. È la Treccani della Lycra. Ti convince che esiste il costume giusto. Che questa stoffa, questo triangolino non imbottito ma semirigido, questi laccetti faranno la differenza, eccome. Ci crede talmente che ti lasci trasportare, non sa che si sta in costume come si sta in mutande, e sotto il sole perdipiù.
 

Il Sommelier di Pesce. Insopportabile giudicatore, dà le pagelle, riconosce l’acqua del Portogallo nelle vongole. Si lamenta del pesce d’agosto, sempre allevato, congelato, maltrattato, guarda questo dentice che gengive molli. E allora uno gli vorrebbe chiedere: saremo in quaranta milioni al mare al ristorante, quale mare ci sfama? Cresce sugli alberi, il branzino?

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Autore
Il Foglio

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