Chi è Massimiliano Strappetti, l’infermiere del Papa che gli è stato accanto fino all’ultimo

  • Postato il 22 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Era accanto a lui nel giorno delle dimissioni dal policlinico Gemelli e anche durante l’ultima apparizione in pubblico nel giorno di Pasqua. Sempre insieme. Un’ombra, anzi un “bastone” al quale appoggiarsi e al quale affidarsi. Lo stesso avveniva in privato, tanto che Massimiliano Strappetti è stata l’ultima persona con cui Papa Francesco ha parlato prima di entrare in coma. Bergoglio lo ha ringraziato per averlo portato in piazza San Pietro, quindi lo ha salutato con un gesto della mano e si è addormentato per sempre.

L’infermiere personale gli è stato accanto fino alla morte, ma questa volta non ha potuto nulla. Quattro anni fa, invece, lo rivelò lo stesso pontefice, fu proprio Strappetti a spingerlo a sottoporsi all’intervento al colon che gli salvò la vita. “Non volevo decidermi a operarmi: è stato un infermiere a convincermi”, rivelò Francesco durante un incontro privato con i confratelli gesuiti. Da quel momento Strappetti divenne il primo “assistente sanitario personale”, un incarico che il Papa volle formalizzare nel 2022.

Cinquantasei anni, sposato e tifoso della Lazio, Strappetti è molto riservato. Di lui si sa che è molto impegnato nel volontariato accanto agli ultimi che tanto stavano cari a Bergoglio. Professionista di lungo corso, ha lavorato per anni nel reparto di Rianimazione del Gemelli. Quindi venne chiamato nella Guardia medica del Vaticano, dove ha messo le proprie conoscenze al servizio di altri due papi prima di Bergoglio, Karol Woytila e Joseph Ratzinger.

Strappetti è rimasto con Francesco anche nei suoi ultimi giorni, i più complicati. C’era lui a spingere la carrozzina del Papa quando è apparso a sorpresa il 10 aprile a San Pietro, senza talare e zucchetto, ma con un tipico poncho argentino. È stato ancora lui ad accompagnare Bergoglio alla finestra per la benedizione dell’Urbi et Orbi nel giorno di Pasqua. Un’apparizione “autorizzata” dallo stesso infermiere, molto ascoltato da Bergoglio che – come noto – non ha mai avuto un rapporto semplice con i consigli e le imposizioni dei medici.

Gli è rimasto a fianco per tutti e 38 i giorni di ricovero per la polmonite e ventiquattr’ore su ventiquattro durante la convalescenza a Casa Santa Marta. Il giorno prima di Pasqua si erano recati nella Basilica di San Pietro per rivedere il “percorso” da fare il giorno dopo quando Francesco si sarebbe poi affacciato dalla Loggia delle Benedizioni. Quindi il giro in papamobile, in mezzo ai fedeli, il suo ultimo bagno di folla.

“Credi che possa farlo?”, ha chiesto a Strappetti che lo ha rassicurato. L’infermiere è rimasto con lui anche nelle ore successive, le ultime. “Grazie per avermi portato in piazza”, gli ha detto Bergoglio come ha raccontato Vatican News. Quando all’alba di lunedì sono arrivate le avvisaglie dell’ictus, Strappetti era lì. Circa un’ora dopo il malore, il Papa – disteso sul letto – si è voltato verso di lui rivolgendogli un saluto d’addio con la mano. Poi è entrato in coma ed è spirato cinque minuti dopo le sette.

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Il Fatto Quotidiano

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