Chi combatte l’islamismo dovrebbe essere difeso, non isolato
- Postato il 3 gennaio 2025
- Di Il Foglio
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Chi combatte l’islamismo dovrebbe essere difeso, non isolato
Al direttore - Cecilia Sala è detenuta in condizioni disumane in un carcere di un regime totalitario che ignora cosa siano i diritti umani. Altre decine di persone sono tenute prigioniere da mesi in condizioni bestiali, senza sapere neppure dove, da Hamas. Riusciremo a far capire in Italia che Israele è l’unico paese veramente democratico del medio oriente, che sta combattendo una guerra contro il terrorismo anche per noi?
Roberto Alatri
Hamas, Teheran, l’Isis a New Orleans. Putin è una eccezione alla regola della nostra modernità: l’estremismo più pericoloso per le nostre democrazie resta l’islamismo feroce, criminale, violento, sia in versione di regime sia in versione di cellula solitaria. E chi quella forma di islamismo la combatte dovrebbe essere difeso, non isolato.
Al direttore - Sacrosanto sottolineare la grande assenza nel discorso di Mattarella, costituita dal tema drammatico della “giustizia ingiusta”. Mi permetto sottolineare un’altra assenza, che riguarda quella che la Costituzione definisce come (unica) “società naturale” e cioè la famiglia, che è stata citata unicamente per ricordare (finalmente) che i nonni stanno dando un grande sostegno, anche economico, alla famiglia. Ma nessun accenno ai problemi della famiglia, alla quale, peraltro, questo governo ha iniziato a porre attenzione. Soprattutto, nessun accenno ad uno dei compiti fondamentali della famiglia che è quello di educare i figli. Grande dimenticato è l’articolo 30 della Costituzione che riconosce alla famiglia (e solo alla famiglia) il diritto di educare ed istruire i figli. L’articolo 30 ha quasi ottant’anni, ma finora non è stata data alla famiglia la possibilità di esercitare liberamente il proprio diritto, non potendo scegliere, per motivi economici, la scuola a cui iscrivere i propri figli. Si tratta di un buco democratico enorme, che la politica italiana mette costantemente sotto silenzio.
Peppino Zola
Al direttore - Il mio amico Piercarlo, illustre medico e compagno di tante iniziative padovane in un lontano passato, sta attraversando un brutto periodo con la salute. Ciò nonostante è pieno di slanci e l’altro giorno mi chiama: “…senti, io ci metterei anche diecimila euro, se tu ci stai e partecipi con altri come te, il significato sarebbe molto forte…”.
L’idea era di acquistare degli apparecchi De’ Longhi per il riscaldamento da mandare in quel di Gaza. Per “altri come me” intendeva ovviamente ebrei italiani.
Come dire: ci sono anche ebrei buoni che vogliono salvare bambini che muoiono di freddo. Una buona occasione per entrare nella categoria, oltre a quella banalissima e troppo facile di parlar male di Netanyahu.
Praticamente con qualcosa come trentamila euro si sarebbero potuti acquistare circa cento apparecchi salvifici. Ho chiesto il tempo di riflettere e lo faccio ora rispondendo così anche a Piercarlo. Il razzo più sgangherato che i terroristi di Hamas lanciano ogni giorno su Israele costa un migliaio di dollari, come lanciare ogni cinque minuti tre De’ Longhi. Ma questi sono i modelli economici, per quelli a lunga gittata i costi arrivano a centomila dollari. Vengono lanciati ogni giorno da postazioni protette come scuole, ospedali, asili, civili abitazioni per farsi scudo con bambini, donne e inerme popolazione. In una sola giornata viene lanciato l’equivalente di “scaldini” sufficiente per un’intera popolazione. Per scavare i tunnel (peraltro ben climatizzati) sono stati impiegati milioni di dollari e milioni di ore lavoro sottratte alla costruzione di una civile società. Il Qatar finanzia da decenni il terrorismo di Hamas con miliardi di dollari, ma al momento non risulta l’acquisto di un solo “scaldino” De’ Longhi . Nessun rappresentante del genere umano può non avere il cuore spezzato di fronte alla mostruosità di un neonato che muore di freddo. Ma quel neonato fa parte di una disgustosa e manipolata narrazione per la quale la responsabilità viene automaticamente attribuita a Israele e non agli assassini di Hamas. Per quel bambino, nonostante il Natale, non si è trovata una stalla, un bue e un asinello. Tra l’altro, caro Piercarlo, tra Erode e Gesù, l’ebreo vero era quest’ultimo. Ma torniamo ai nostri conti. Per alleviare in qualche modo la sofferenza degli scudi umani, si dovrebbe trovare una sorta di doppia contabilità. In una colonna le centinaia di milioni che il Qatar trasferisce per le armi, in un’altra le poche migliaia di dollari per l’acquisto delle stufette. Per carità, a parte il grottesco, si deve trovare una rete di distribuzione credibile ed efficace. Onu? Vogliamo scherzare?!! Con quel segretario da barzelletta?!? L’unica collaudata è la distribuzione qatarina. Mi fermo qui. Mi fermo qui perché queste sono parole al vento, se una persona eccellente come il mio amico Piercarlo pensa a questa iniziativa, vuol dire che la guerra mediatica gli assassini di Hamas l’hanno già vinta.
Sandro Parenzo