"Che nome dobbiamo dare al piano di riarmo Ue". FdI, pressing su Ursula: a Bruxelles cambia tutto?
- Postato il 11 marzo 2025
- Di Libero Quotidiano
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"Che nome dobbiamo dare al piano di riarmo Ue". FdI, pressing su Ursula: a Bruxelles cambia tutto?
Arriva il pressing di Fratelli d'Italia su Ursula Von der Leyen e la Commissione Ue. In previsione del voto sulla risoluzione sulla difesa europea, la delegazione di FdI al Parlamento europeo ha presentato un emendamento per modificare il titolo del piano presentato dalla presidente: dall'attuale ReArm Europe a "Defend Europe". Una modifica che ovviamente non è solo un dettaglio lessicale, ma un importante messaggio politico e culturale indirizzato a chi di fronte alla parola d'ordine "riarmarci" scende subito sul piede di guerra.
Secondo l'emendamento presentato al paragrafo 66, il Parlamento europeo, "sottolinea che il titolo ReArm Europe rischia di essere fuorviante e troppo restrittivo per un Piano che mira a rafforzare la difesa europea in tutti i settori e i domini essenziali per garantire la sicurezza dei nostri cittadini. A tal fine, chiede di rinominare 'Re Arm Europe' in 'Defend Europe'." "Non si tratta di una questione nominalistica ma di sostanza", spiegano i firmatari dell'emendamento, Carlo Fidanza capodelegazione FdI, Elena Donazzan vicepresidente Commissione Industria e Alberico Gambino vicepresidente Commissioni Sicurezza e Difesa.
"Come ha ben spiegato Giorgia Meloni, questo Piano non dovrà occuparsi soltanto di aumentare la capacità militare dell'Europa ma anche di incrementare la capacità di rispondere a tutte le minacce ibride alle nostre società: dalla cybersicurezza alla protezione delle infrastrutture critiche nel campo dell'energia e delle comunicazioni. Difenderci al meglio in questi ambiti significa difendere le libertà fondamentali di ogni cittadino europeo. Per questo - concludono gli esponenti di FdI - il titolo del Piano deve rispecchiarne la complessità e l'ambizione".
"Avremmo voluto maggiore chiarezza sulle fonti di finanziamento del piano, sulla programmazione di lungo periodo, e sul suo inserimento nel quadro complessivo dell'Alleanza Atlantica. Considerare ReArm Eu una sorta di rappresaglia contro Trump e gli Stati Uniti d'America è un errore tragico. Così come lo è considerarlo una concessione fatta all'Amministrazione Trump - è invece il commento di Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d'Italia e co-presidente dei Conservatori al Parlamento europeo -. Investire sulla difesa e sicurezza è un atto di dignità delle nostre nazioni e di rispetto per i nostri alleati internazionali. Non chiamiamolo ReArm Ee, ma Defend Eu. Perché la pace e la libertà di cui godiamo bisogna essere pronti a difenderle. E la difesa non si fa solo con le armi, ma con le infrastrutture strategiche, le materie prime, i sistemi di comunicazione, le innovazioni tecnologiche".
"Sono stati Obama e Biden, prima di Trump, a chiedere all'Europa di non contare solo sui sacrifici della classe operaia americana, che con le proprie tasse ha protetto militarmente gli interessi europei nel mondo - ricorda ancora il braccio destro di Meloni a Bruxelles -. La risposta europea qual è stata? Il Green deal, un costosissimo sistema di welfare, i dazi alle auto americane, e delle arroganti lezioni morali verso chi garantiva la nostra sicurezza con i propri soldi, le proprie incertezze e anche il proprio sangue. Guardate l'ipocrisia delle importazioni europee di gas liquido dalla Russia. Soldi che Putin utilizza per farne missili con cui bombarda quotidianamente l'Ucraina. Quando Trump dice che l'Unione europea ha dato più soldi a Putin che a Zelensky, dice la pura verità. Però poi l'Ue pretende che siano gli Stati Uniti a proteggere l'Ucraina da Putin. E' inimmaginabile una difesa europea sganciata dagli alleati americani e dalla Nato, come qualcuno vorrebbe".
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