Che ne sarà di Genova fra mutamento climatico e traffici? Dalla diga occasione di salvezza e di rinascita

  • Postato il 2 novembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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(Da il Secolo XIX di Genova del 1 novembre 2025)

È una corsa contro il tempo. La domanda è: che ne sarà di Genova? Due fatti coincidenti la giustificano: il mutamento climatico e l’evoluzione dei traffici globali.

Il clima cambia e niente può fermare un fenomeno che si ripete nel tempo da che mondo è mondo.

Rispetto al passato, scienza e tecnologia ci permettono di attenuare l’impatto del mutamento climatico, meglio di quello che potremmo fare chiudendo tutte le fabbriche,  spegnendo tutte le caldaie e fermando tutte le automobili del mondo.

I ghiacci si sciolgono e il livello del mare sale, inesorabilmente. Qualche migliaio di anni fa si andava a piedi dalla Sardegna alla Toscana o dall’Inghilterra alla Danimarca. Oggi avviene il contrario, anzi si prevede che le terre vicine al mare saranno sommerse.

La notizia secondo cui il mare Adriatico si alzerà di 80 cm entro il 2100 non può non far pensare al futuro di Genova. Sottoripa si chiama così proprio perché si trova sotto il livello del mare.

Durante la mareggiata del 1955, Genova fu salvata dalla diga foranea costruita nei decenni precedenti la guerra. La forza del mare fu tale che ne sfondò un tratto di quasi mezzo chilometro. Ma di fronte a quello sfacelo Rocco Piaggio figlio di Erasmo, che ne fu uno dei fautori, pensava a cosa sarebbe successo se quella diga non ci fosse stata. Eppure anche allora molti genovesi non la volevano.

Una occasione per Genova

L’ascensore di Castelletto, a Genova, evocato da Gino Paoli: ricordi, lacrime e sogni, nella foto l’ascensore di Luzzati
Che ne sarà di Genova fra mutamento climatico e traffici? Dalla diga occasione di salvezza e di rinascita – blitz quotidiano.it (il disegno di Emanuele Luzzati)

Oggi, oltre all’aspetto di salvaguardia della città, la nuova diga in costruzione rappresenta anche una opportunità di crescita per il porto e una occasione di rinascita per la città.

Da che esiste la civiltà, i traffici hanno determinato la crescita e il declino di città e imperi. E i genovesi del passato ne sono stati protagonisti.

Eppure invece oggi tra i genovesi continua a serpeggiare quel senso di autodistruzione che ha portato al declino della città simboleggiato dal calo demografico che trova riscontro solo nel cupio dissolvi di Torino.

Nel 1970 a Genova vivevano 816 mila persone, oggi ne sono rimaste 565 mila. A Torino nel 1974 erano arrivati a 1,2 milioni, oggi sono 857 mila (dati da Google).

Non mi sono finora accorto se qualcuno si sia interrogato sulle cause e sulle responsabilità di questo fenomeno di decrescita, non so quanto felice. Ricordo però bene come a Genova persero anni nel dibattito sui container, che tanti non volevano, per ragioni più o meno confessabili.

Non era così quando i genovesi andavano in cerca di stagno oltre le colonne d’Ercole o stabilivano colonie in Crimea e nel delta del Danubio. Altri tempi, altro spirito, altra gente?

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Autore
Blitz

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