Charlie Kirk, da Medvedev a Orbàn fino a Tajani: la destra all’assalto delle sinistre. “Colpa del loro linguaggio d’odio”

  • Postato il 11 settembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo l’omicidio di Charlie Kirk la destra, populista e non, lanciano l’allarme e presentano la loro diagnosi: l’accusa è alle sinistre “colpevoli” di alimentare il clima d’odio in tutto il mondo, contro i “patrioti” e la libertà di parola. Con il rischio che soggetti fragili compiano il salto dalle parole al grilletto, dimenticando quello che pare davanti agli occhi di tutti e cioè che il linguaggio d’odio può albergare spesso sia a destra sia a sinistra.

Donald Trump per esempio non adora gli eufemismi e non è arrivato alla Casa Bianca con le parole gentili. Eppure nel video per rendere omaggio a Charlie Kirk, accusa la retorica della “sinistra radicale”, colpevole “per anni” di aver “paragonato meravigliosi americani come Charlie ai nazi e ai peggiori criminali e assassini di massa del mondo”. “Questo genere di retorica – ha proseguito il presidente – è direttamente responsabile per il terrorismo che stiamo vedendo nel nostro Paese ora e deve cessare ora”. Neppure una parola neanche sulla diffusione delle armi in America, di cui la destra americana è coriacea sostenitrice, e che nelle sparatorie agli eventi pubblici – compresi quelli politici – ha un ruolo significativo nel dibattito sul gravissimo attentato politico.

Il messaggio di Trump è stato udito forte e chiaro dalle destre europee, anche in Italia. Il vicepremier Antonio Tajani ha additato “la violenza verbale e la criminalizzazione del pensiero altrui”, rei di “accendere lugubri pensieri in menti malate che all’insegna dell’odio possono compiere gesti criminali come quelli che hanno provocato morte del blogger americano Charlie Kirk”. Ragionamento simile a quello del ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani (Fdi). Come Tajani, anche Ciriani evita di chiamare in causa esplicitamente le sinistre. “Il linguaggio dell’odio, che molto spesso abbiamo condannato a parole, in realtà continua ad agire anche nella vita politica”. Ciriani evoca un confronto con l’Italia: “Anche recentemente ho visto nei confronti della presidente Meloni toni e argomentazioni che sarebbe meglio evitare perché sono un distillato di odio”. Anche la Lega si è accodata con il deputato Eugenio Zoffili: “Come ha detto il presidente Trump, è frutto dell’odio e dell’intolleranza con cui è stato avvelenato il dibattito politico dalla retorica della sinistra radicale”.

In Spagna sono gli estremisti di Vox ad accusare li progressisti: “L’omicidio di Charlie Kirk sta mostrando la mania omicida che domina gran parte della sinistra occidentale. Non solo per il crimine ripugnante, soprattutto per l’impunità con la quale è giustificato”, ha scritto su X il presidente Santiago Abascal. Il leader estremista ha chiuso il post con l’accusa diretta: “Siccome la censura non è sufficiente ricorrono all’assassinio”. In Ungheria il conservatore Viktor Orban punta il dito contro i progressisti e si chiede come arginare la sinistre dell’odio: “La morte di Charlie Kirk è il risultato della campagna internazionale di odio condotta dalla sinistra progressista-liberale. Questo è ciò che ha portato agli attacchi contro Robert Fico, Andrej Babi e ora Charlie Kirk. Dobbiamo fermare l’odio! Dobbiamo fermare la sinistra che semina odio!”.

Gli fa eco più da Est il russo Dmitry Medvedev, habitué del linguaggio iperbolico, che accosta l’assassino di Kirk ai sostenitori dell’Ucraina. Nella visione del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, a puntellare Kiev sarebbe la stessa “feccia” progressista che ha ucciso il trumpiano: “Ultimamente, crimini politici e omicidi sono stati commessi da una varietà di feccia liberale di sinistra che sostiene la Kiev banderita (una fazione dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, ndr). Fico, Kirk. Chi sarà il prossimo? Forse è ora che il team Maga si renda conto che sostenendo l’Ucraina, sta sostenendo degli assassini”.

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