Ceto medio italiano in crisi: troppo ricco per essere aiutato, troppo povero per costruire il futuro

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Di Panorama
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Il ceto medio italiano, che rappresenta circa due terzi della popolazione, vive una condizione di forte disagio economico e sociale, come emerge dal 2° rapporto Cida-Censis “Rilanciare l’Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare”, presentato oggi alla Camera dei Deputati.

Nonostante il 66% degli italiani si identifichi come ceto medio e attribuisca grande valore all’istruzione e alle competenze, oltre l’80% denuncia che il merito non viene adeguatamente riconosciuto nel reddito percepito, creando una frattura tra capitale culturale e capitale economico. Negli ultimi anni, più della metà del ceto medio ha visto stagnare o ridursi il proprio reddito, con solo il 20% che ha registrato un miglioramento. Di conseguenza, il 45% ha già ridotto i consumi e la maggioranza teme ulteriori sacrifici nel prossimo futuro.

Un dato preoccupante riguarda le prospettive delle nuove generazioni: oltre il 50% dei genitori teme che i figli vivranno in condizioni economiche peggiori e più della metà auspica che cerchino opportunità all’estero, segnando un sorpasso del “mito dell’altrove” rispetto alla mobilità sociale interna. Nonostante ciò, il ceto medio continua a investire nel futuro, con il 67% delle famiglie che sostiene spese straordinarie per i figli e il 41% che aiuta economicamente parenti, confermandosi come primo ammortizzatore sociale del Paese. Tuttavia, questa “generosità silenziosa” è sotto pressione, con il 46% che ha ridotto la capacità di risparmio e solo il 52% che si sente protetto dal welfare pubblico, giudicato sufficiente solo dal 18%.

La crescente insoddisfazione si riflette anche sul sistema fiscale: il 70% degli italiani chiede una riduzione delle tasse sui redditi lordi, denunciando un forte squilibrio tra quanto versato e i servizi ricevuti. La pressione fiscale è percepita come eccessiva e iniqua, soprattutto per chi lavora e produce valore. Stefano Cuzzilla, presidente di CIDA, ha lanciato un appello urgente: “Il ceto medio è il punto di tenuta del Paese, ma oggi è troppo ricco per ricevere aiuti e troppo povero per costruire futuro. Serve una riforma fiscale che alleggerisca il lavoro dipendente, premi il merito e valorizzi la managerialità. Difendere il ceto medio significa garantire stabilità, coesione e crescita per tutta l’Italia”.

Il Segretario Generale del Censis, Giorgio De Rita, ha sottolineato che “tutelare e rilanciare il ceto medio è una scelta essenziale per la crescita del Paese”, evidenziando come la sua crisi rappresenti una sfida centrale per la società italiana. Il rapporto Cida-Censis fotografa così un ceto medio in difficoltà, ma ancora determinato a sostenere famiglie, territori e futuro, in attesa di risposte politiche concrete e di un nuovo patto sociale.

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Panorama

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