Centro commerciale al Palasport, Tursi mobilita l’avvocatura: “Legge regionale non rispettata”

  • Postato il 17 luglio 2025
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Genova. Il Comune di Genova mette in campo l’avvocatura per tentare di correggere il tiro sull’operazione Palasport, dopo che la mappa dei negozi interessati a sbarcare al Waterfront di Levante ha qualificato definitivamente la struttura come un centro commerciale sul modello della Fiumara, incassando l’immediata dichiarazione di guerra delle associazioni di categoria. Lo ha spiegato oggi l’assessora comunale Tiziana Beghin rispondendo a un’interpellanza presentata da Edoardo Marangoni del Pd.

“Questo è stato il primo dossier di cui ho chiesto di occuparmi e da subito ho rilevato uno stato di fatto difficilmente recuperabile – premette Beghin -. Nonostante ciò, ho deciso di inviare tutta la documentazione all’avvocatura per avere un parere in modo da essere confortata rispetto alle decisioni che questa giunta prenderà, nella tutela dell’ente, dei cittadini e degli operatori commerciali preoccupati dalla presenza di un simile competitor vicino ai loro esercizi. Nel frattempo ho chiesto agli uffici competenti di escludere qualsiasi tipo di operazione formale o non formale rispetto al prosieguo delle attività rispetto a questo centro commerciale”.

Il “distretto commerciale tematico” che spazia dallo sport all’abbigliamento

La speranza dell’amministrazione, insomma, è quella di trovare una chiave di volta nelle pieghe del diritto. Sotto accusa in particolare ci sono il Puo, il piano urbanistico operativo adottato dalla giunta Bucci nel 2019, e la conseguente licenza che consente l’insediamento presso il Palasport di un “distretto commerciale tematico” con una superficie netta di vendita di 15mila metri quadrati. “La criticità – spiega l’assessora – riguarda il fatto che solo una parte di questi sarebbero vincolati al tematismo e che il tematismo richiamato dal Puo è estremamente generalista”.

Il documento, infatti, contempla tra i temi “lo sport e il fitness; il tempo libero; il benessere, la salute e la cura della persone, il turismo inteso anche con le eccellenze della moda e dell’abbigliamento di interesse per la clientela turistica; l’alimentazione con un particolare riguardo alle produzioni tipiche del territorio ligure”. Una gamma molto ampia che pare giustificare la presenza di marchi piuttosto eterogenei nel futuro centro commerciale del Palasport: Cisalfa, Levis, Marella, North Sails, Seaside, Piazza Italia, Legami, le hamburgherie Mc Donald’s e Burger King, la catena di cibo giapponese Teryaki, due pizzerie, e molto altro, oltre al supermercato Esselunga.

Beghin: “Difformità sostanziale rispetto alla normativa regionale”

“La questione che io ho rilevato immediatamente – prosegue l’assessora Beghin – è che c’è una difformità sostanziale rispetto alla normativa regionale relativa ai centri commerciali cosiddetti tematici. Va da sé che quanto richiesto dalla normativa regionale non viene rispettato, essendo di fatto assente ogni richiamo a mare e nautica. E devo dire che è assente anche una potenziale leva su un mercato della domanda che sia ampio e su scala sovraregionale. Un perimetro così ampio lascia spazio all’insediamento di esercizi commerciali puramente generalisti. Nei fatti è presente un esercizio commerciale con una superficie destinata alla grande distribuzione che difficilmente potrebbe essere indirizzato alla promozione delle eccellenze regionali”.

“Detto questo – precisa – se il centro commerciale non fosse stato costruito, uno avrebbe certamente potuto invocare questa difformità e procedere di conseguenza. Nei fatti noi oggi abbiamo un centro commerciale che è stato costruito, che è di proprietà di un privato e che è legato a un centro sportivo di proprietà comunale, e questo non possiamo non tenerlo in considerazione. Ho chiesto all’avvocatura di esaminare tutti gli atti in modo che abbiamo chiare tutte le possibilità che ha oggi il Comune di reindirizzare l’operazione. Faremo delle valutazioni sulla base di quello che ci dirà l’avvocatura, perché vanno tenuti in considerazione moltissimi aspetti, non ultimo la tutela dell’ente”.

Centro commerciale al Palasport, in “due o tre settimane” il verdetto dell’avvocatura

Nel giro di “due o tre settimane” gli avvocati del Comune dovrebbero pronunciarsi e si comprenderanno meglio i margini di manovra. Nel frattempo Confcommercio ha già minacciato azioni legali se non verrà fermato il progetto. Il rischio – su cui gli esperti di Tursi faranno le loro valutazioni – è che le trattative tra privati arrivino a un punto di non ritorno, con la firma dei primi atti e possibili rivalse in caso di ritardi sulla tabella di marcia, che oggi prevede l’apertura del nuovo Waterfront Mall in autunno.

 “A questo punto dell’operazione abbiamo scarso margine di manovra, ma promettiamo misure che possano compensarla”, aveva detto pochi giorni fa la sindaca Salis. Intanto l’intera operazione Waterfront procede al rallentatore in attesa di un confronto tra Comune e Cds Holding che non c’è ancora stato e che rischia di incepparsi a maggior ragione dopo il dietrofront sul restyling dello stadio Ferraris. In stand-by in particolare la Fabbrica delle Idee, l’edificio progettato da Renzo Piano che l’amministrazione precedente immaginava come punto di riferimento per i giovani, prospettando però l’acquisizione da parte della Compagnia di San Paolo.

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Genova24

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