Cellula neonazista, dopo la condanna il presunto capo ha rotto il braccialetto elettronico ed è fuggito
- Postato il 2 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Due anni fa gli arresti e la scoperta di una cellula neonazista in Campania. Il processo in primo grado si è concluso con alcune condanne. L’uomo, considerato il capo rotto del Nuovo Ordine di Hagal, ha rotto il braccialetto elettronico ed è evaso prima di finire in carcere. Maurizio Ammendola è stato condannato in primo grado nel dicembre scorso a 5 anni e 6 mesi. Secondo gli inquirenti l’organizzazione di stampo neo nazista e suprematista sarebbe stata capace di fare proselitismo in Campania e di progettare anche degli attentati, come quello a colpi di bazooka pianificato all’interno di un centro commerciale alle porte di Napoli.
La fuga, secondo quanto riporta Il Mattino, è avvenuta martedì mattina, prima delle 4. Ammendola aveva saputo alcune ore prima che la Cassazione aveva dato il via libera all’inasprimento della misura cautelare chiesta nei suoi confronti dalla Procura di Napoli, facendolo passare dai domiciliari al carcere. E così ha anticipato il blitz delle forze dell’ordine, abbandonando la propria abitazione di Maddaloni, in provincia di Caserta.
Assieme ad Ammendola, che era alla guida della cellula, sono stati condannati Michele Rinaldi, (5 anni e 6 mesi) Gianpiero Testa, (3 anni e 6 mesi), Massimiliano Mariano (3 anni). Alla fine del processo di primo grado è stata disposta la scorta per il pm Claudio Orazio Onorati, titolare delle indagini assieme al pm della Dna Antonello Ardituro e allo stesso capo della procura nazionale antimafia e antiterrorismo Gianni Melillo. Con la fuga di Ammendola è dunque possibile che si decida di rafforzare la protezione del magistrato: Onorati è stato infatti applicato in Corte di appello, assieme a un sostituto pg, per seguire il secondo grado di giudizio a carico dei presunti esponenti della cellula suprematista. Il processo d’appello che partirà il prossimo
7 ottobre.
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