Cecilia Sala è libera, "decollato l'aereo da Teheran": clamoroso successo diplomatico
- Postato il 8 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Cecilia Sala è libera, "decollato l'aereo da Teheran": clamoroso successo diplomatico
Cecilia Sala torna a casa: Palazzo Chigi in una nota fa sapere che è decollato pochi minuti fa, da Teheran, l'aereo che riporta in Italia la giornalista dopo 21 giorni di detenzione. "Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi. Il Presidente ha informato personalmente i genitori della giornalista nel corso di una telefonata avvenuta pochi minuti fa", conclude il comunicato di Palazzo Chigi. La liberazione è stata confermata anche dall'Iran attraverso il dipartimento media della Cultura e il ministero della Guida islamica.
Cecilia Sala era stata arrestata lo scorso 19 dicembre scorso senza che le fosse contestata alcuna accusa formale. Solo in un secondo momento, è stato detto dalle autorità iraniane che avrebbe violato le leggi della Repubblica islamica. La giornalista di Chora Media e del Foglio era stata prelevata dalla stanza del suo albergo. Si trovava in Iran con regolare visto giornalistico. La notizia della sua carcerazione nel famigerato penitenziario di Evin, a Teheran, era emersa a livello pubblico soltanto il successivo 27 dicembre (la famiglia e le redazioni per cui lavorava, invece, avevano appreso del suo arresto il giorno successivo ai fatti, il 20 dicembre). La notizia della cattura di Cecilia Sala è stata legata all'arresto, avvenuto a Malpensa lo scorso 16 dicembre, di Mohammed Abedin, iraniano accusato di terrorismo dagli Usa. L'ipotesi, in particolare, era che la giornalista italiana fosse stata usata da Teheran come pedina di scambio per chiedere la liberazione di Abedin.
L'accusa mossa dai procuratori della Corte federale di Boston contro l'iraniano è di cospirazione per esportare componenti elettroniche dagli Stati Uniti all'Iran in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni. Abedini è accusato anche di aver fornito il supporto materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, considerate dagli Usa una organizzazione terroristica, causando indirettamente la morte di tre militari statunitensi, uccisi da un attacco con un drone su una base in Giordania. Nei giorni scorsi il suo avvocato aveva chiesto i domiciliari per il suo assistito, ricevendo un no in risposta dalla Procura generale di Milano.
In ogni caso oggi, pare proprio che un ruolo nella liberazione della giornalista lo abbia giocato, con discreta probabilità, il viaggio di sabato notte di Giorgia Meloni da Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti. La presidente del Consiglio è andata, a sorpresa, nella residenza di Mar-a-Lago del tycoon. E, tra i vari temi sul tavolo, ci sarebbe stata proprio la liberazione della Sala, come confermato anche dal New York Times, secondo cui Meloni avrebbe "spinto aggressivamente" sul tema. "Cecilia Sala sta tornando. Immenso lavoro di Giorgia Meloni in primis e di tutta la squadra dell'Italia: Tajani, Mantovano, Palazzo Chigi, la Farnesina, i nostri servizi di sicurezza e chiunque potesse essere di aiuto. Bentornata a casa", ha scritto su X il ministro della Difesa Guido Crosetto.
A commentare la notizia del rilascio della giornalista anche suo padre Renato Sala: "Sono orgoglioso di lei - ha detto all'Ansa -. Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, non vedevo l'orizzonte. È stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia". E ancora: "Dirò a Cecilia che sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda. Nei suoi giorni di prigionia l'ho sentita tre volte. In questo periodo ho avuto l'impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse".
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