C’è una Pietà di Michelangelo dall’altra parte del mondo. Scoperta inaspettata in Nord America

  • Postato il 27 dicembre 2025
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La Cattedrale di St. Paul, grande edificio in stile Beaux-Arts inaugurato nel 1915 nell’omonima città capitale del Minnesota, dista dalla Basilica di San Pietro quasi ottomila chilometri e un oceano da attraversare.
Ma entrando nel monumentale edificio progettato dall’architetto francese Emmanuel Louis Masqueray – che domina Saint Paul dall’alto di Cathedral Hill, con la sua caratteristica cupola ricoperta in rame – chi conosce San Pietro non può che essere colto da una forte sensazione di déjà vu. 

La replica della Pietà di Michelangelo nella Cattedrale di Saint Paul
La replica della Pietà di Michelangelo nella Cattedrale di Saint Paul

La Pietà di Michelangelo nella Cattedrale di Saint Paul. L’originale e la copia

All’estremità destra dell’atrio che precede il corpo centrale, con pianta a croce greca su emulazione delle architetture rinascimentali, la Pietà di Michelangelo occhieggia colpita da un fascio di luce –rigorosamente studiato per sembrare naturale – che cattura immediatamente l’attenzione. 
Trattasi di una esatta replica della celeberrima scultura in marmo che il Buonarroti scolpì sul finire del Quattrocento, quando era poco più che ventenne, per il cardinale francese Jean de Bilhères. Destinata in origine alla Cappella di Santa Petronilla e subito apprezzatissima, già nel 1517 l’opera fu trasferita nella sagrestia della Basilica di San Pietro, poi più volte spostata fino a trovare la collocazione definitiva nel 1749, nella prima cappella a destra della navata della Basilica. In una posizione del tutto simile a quella riservata alla copia di Saint Paul, che dal 2010 troneggia nella Cappella del Fondatore, alla destra del portale di ingresso. 

La Cattedrale di Saint Paul, Minnesota
La Cattedrale di Saint Paul, Minnesota

L’azienda del Nevada che realizza repliche della Pietà di Michelangelo

In America, la Pietà di Michelangelo – quella vera! – ci arrivò sul serio, nel 1964, quando la scultura fu prestata dalla Santa Sede per l’Esposizione Universale di New York, per essere installata nel padiglione della Città del Vaticano, facendo registrare il tutto esaurito.
Ma come si spiega la copia di Saint Paul? Dietro c’è la curiosa storia della Vescovo Buonarroti Art, compagnia fondata in Nevada dall’imprenditore Steven Bishop, che dalla Vatican Observatory Foundation – fondazione basata in Arizona, correlata alla Specola Vaticana – ottenne diversi anni fa la licenza esclusiva mondiale per realizzare e vendere repliche “di alta qualità” della Pietà (quali siano i termini dell’accordo risulta oscuro: perché l’autorizzazione a replicare un’opera d’arte dovrebbe essere demandata a un istituto astronomico?). L’obiettivo, dichiarava all’epoca Bishop, era quello di divulgare arte e fede presso una platea quanto più possibile ampia, attraverso un modello esemplare di creatività artistica e spiritualità, “un capolavoro che ha il potere di toccare veramente le nostre anime”; parte dei proventi derivati dalle vendite sarebbero spettati (e spettano) all’Osservatorio Vaticano “per la promozione dell’astronomia e della ricerca scientifica”. 

La Cattedrale di Saint Paul, Minnesota
La Cattedrale di Saint Paul, Minnesota

Come si replicano le Pietà di Michelangelo?

Dunque, per lavorare alla replica, l’azienda è partita da un calco in gesso della Pietà eseguito nel 1944 da Francesco Mercadali – lo stesso utilizzato nel 1972 per il restauro dell’originale, dopo lo sfregio vandalico subìto ad opera di Làzslo Toth – brevettando una miscela di marmo che rendesse in modo fedele la texture del marmo michelangiolesco. Poi maestri artigiani hanno curato le rifiniture, con particolare attenzione per le pieghe della veste di Maria e per la resa anatomica di Gesù. Mentre alla tecnologia e al coinvolgimento di light designer specializzati in effetti cinematografici si è fatto ricorso per replicare i giochi di chiaroscuro che rendono l’opera unica nel suo genere.
La replica di Saint Paul fu la prima realizzata dalla Vescovo Buonarroti Art, e arrivò in Minnesota 15 anni fa grazie alla donazione di un benefattore anonimo. Ma la distribuzione delle copie ha avuto sin dall’inizio l’obiettivo di raggiungere chiese, istituti religiosi, scuole, ospedali e associazioni culturali con scopo divulgativo e spirituale insieme. 

Restando a Saint Paul, invece, un’altra strada connette la Cattedrale con uno scultore “fiorentino”. Fu infatti Joseph Capecchi, giovane artista emigrato in città all’inizio del Novecento, a decorare i pennacchi delle cupola. E sempre lui coinvolse il pittore italiano Michelangelo Bedini nella realizzazione dei mosaici con le quattro Virtù cardinali che ancora oggi si apprezzano guardando all’insù.

Livia Montagnoli

L’articolo "C’è una Pietà di Michelangelo dall’altra parte del mondo. Scoperta inaspettata in Nord America" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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Artribune

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