C’è un problema con una corrente oceanica

  • Postato il 6 settembre 2025
  • Di Focus.it
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Una delle conseguenze più complesse, ma anche potenzialmente catastrofiche, del riscaldamento globale è il rischio che l'aumento delle temperature delle acque dei mari abbia un effetto sulle correnti oceaniche. Si è parlato spesso per esempio della possibilità che la corrente del Golfo, che tra le altre cose mitiga gli inverni dell'Europa occidentale, possa rallentare o fermarsi, e ora un nuovo studio pubblicato su Environmental Research Letters punta il dito sul sistema più ampio di correnti che la include: si chiama capovolgimento meridionale della circolazione atlantica, ma è più nota con la sigla inglese AMOC, e secondo un gruppo di ricercatori olandesi non solo rischia di collassare, ma di farlo anche molto prima del previsto. . La corrente che "fa" l'Atlantico. La corrente AMOC (a proposito, la sigla sta per Atlantic meridional overturning circulation) scorre per tutto l'Atlantico settentrionale fino all'Equatore (e anche un po' più a sud), portando verso nord l'acqua che viene scaldata dal sole dei Tropici. Qui, quest'acqua si raffredda, si inabissa e torna a scorrere verso sud. Questo movimento d'acqua ha effetto sull'intero bacino del Nord Atlantico, e ha un impatto enorme sull'intero sistema oceanico. . prima o poi collasserà. Sta anche subendo gli effetti del riscaldamento delle acque oceaniche: è da 1600 anni che non era così debole, e già nel 2021 un ricercatore tedesco del Potsdam Institute of Climate Impact Research, Niklas Boers, metteva in guardia in uno studio contro la possibilità che la AMOC potesse collassare entro qualche decennio, con conseguenze catastrofiche su tutto l'ecosistema oceanico e non solo. Da allora, tutti i modelli climatici prevedono che la corrente collasserà prima o poi – il problema è che, dice il nuovo studio, siamo stati fin troppo ottimisti sul quando.. Punto di non ritorno. Tutti i modelli usati finora per simulare l'evoluzione dell'AMOC sostenevano che fosse improbabile un collasso prima del 2100. Il team olandese ha però usato modelli che hanno prolungato il tempo di simulazione fino al 2300 e poi al 2500: questi nuovi modelli dipingono un quadro fosco per il futuro dell'AMOC. Se continuiamo con le emissioni attuali, infatti, c'è un 70% di probabilità che la corrente atlantica raggiunga il suo tipping point, il punto di non ritorno, nei prossimi 10 o 20 anni. Da quel momento al collasso completo potrebbero passare dai 50 ai 100 anni, ma si tratterebbe di un conto alla rovescia senza speranza: superata una certa soglia, il destino dell'AMOC sarà segnato.. Cosa prevedono i modelli più ottimisti? Anche i modelli più ottimisti, che si basano su una riduzione di emissioni in linea con gli accordi di Parigi, non mettono certo allegria, visto che prevedono un 25% di probabilità che la corrente rallenti irrimediabilmente entro il 2100 e da lì vada incontro a un rapido collasso. Si tratta di una percentuale ben più alta di quella che avevamo calcolato finora, che si fermava al 10% di probabilità. Che, secondo gli autori, è comunque troppo alta: nel loro lavoro mettono in guardia contro il collasso di questa corrente, che avrebbe conseguenze irreversibili a livello globale. E anche se riuscissimo a fermare il collasso, l'AMOC continuerà comunque a rallentare, almeno per un po': già questo avrà conseguenze sul clima, in particolare quello europeo..
Autore
Focus.it

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