C’è un batterio che si nutre di plastica ospedaliera e mette a rischio i pazienti

  • Postato il 12 giugno 2025
  • Di Panorama
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Una recente ricerca, portata avanti dalla Brunel University di Londra ha evidenziato come lo Pseudomonas Aeruginosa, un batterio tra i più pericolosi a causa della capacita di resistere agli antibiotici, è capace di nutrirsi della plastica ospedaliera per usarla a proprio favore. Questo fa sì che tutti i materiali plastici utilizzati per dispositivi medici presenti in ospedale -come cateteri, camici, tubi per ventilazione, sacche per le flebo, cannule, siringhe — possano diventare un terreno fertile per questo microrganismo, aggravando i rischi di infezioni ospedaliere e complicando la lotta contro l’antibiotico-resistenza.

Pseudomonas Aeruginosa è un batterio opportunista molto temuto per la sua capacità di causare gravi infezioni respiratorie, urinarie e sistemiche: agisce soprattutto nei pazienti immunodepressi e ricoverati in ospedale. È tra i principali colpevoli delle infezioni nosocomiali e proprio per questo è sempre in cima alla lista dei “patogeni critici” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua pericolosa resistenza agli antibiotici. Inoltre, questo batterio è in grado di formare biofilm: si tratta di comunità cellulari rivestite da una matrice adesiva. Questa caratteristica le rende molto resistenti ai disinfettanti e ai trattamenti farmacologici. L’adesione a superfici come la plastica ne potenzia ulteriormente la sopravvivenza e la diffusione.

L’antibiotico-resistenza è uno dei problemi più gravi da fronteggiare in ambito sanitario. I numeri sono costantemente in aumento, e secondo i dati diffusi dall’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), in Europa oltre 4 milioni di infezioni ospedaliere si verificano ogni anno, con circa 37.000 decessi attribuibili direttamente a patogeni antibiotico-resistenti. Pseudomonas aeruginosa è tra i più frequentemente isolati in ambienti sanitari. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha registrato un aumento del 12% delle infezioni ospedaliere causate da Psuedomonas aeruginosa nel biennio 2022–2024. Queste infezioni sono spesso legate a dispositivi medici contaminati. Lo studio ha messo in evidenza come il batterio sia in grado di utilizzare la plastica come “ingrediente” per moltiplicare sé stesso e addirittura per rendere più efficaci le proprie difese. In pratica la usa per proteggere i biofilm e quindi innalzare uno scudo protettivo inglobandola nella propria pellicola: facile comprendere come questo suo meccanismo d’azione contribuisca a rendere la colonizzazione batterica più forte e resistente alla pulizia e alla disinfezione. La ricerca degli scienziati londinesi suggerisce però anche metodi per contrastare questo problema: innanzitutto è necessaria una igiene ospedaliera rigorosa e capillare, ma anche la ricerca deve fare la sua parte. Sarebbe fondamentale, infatti, riuscire a dotare di sostanze anti-microbiche tutti i dispositivi di plastica che si utilizzano nei nosocomi, proprio per cercare di bloccare alla base la proliferazione di batteri così pericolosi per la salute.

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Panorama

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