C’è re Armani sulla 90/91 e la circle line diventa verde. Un bel regalo

  • Postato il 21 settembre 2024
  • Di Il Foglio
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C’è re Armani sulla 90/91 e la circle line diventa verde. Un bel regalo

Che Giorgio Armani, l’uomo dello chic, abbia scelto di festeggiare la riapertura del suo Emporio di via Manzoni modernizzato e riallestito, ripiantumando con il network cittadino ForestaMi e con il Comune trecentocinquanta nuovi alberi e oltre 60 mila arbusti ed erbacee perenni il percorso del filobus più problematico di Milano, la linea 90/91, attiene a quei favolosi misteri cittadini ai quali appartiene anche la Dalmine, che fino a pochi anni fa aveva sede, e l’ha avuta per molti anni, di fronte alla Pinacoteca di Brera, che è un po’ come se Dassault o Renault si fossero collocati di fronte al Louvre. A Parigi non sarebbe stato possibile; a Milano, città dalle mille risorse e pluricentenarie iniziative di sostegno privato al bene pubblico, è invece perfettamente coerente che l’uomo-simbolo del Made in Italy della moda, “amani” come dicono gli americani per i quali le consonanti liquide non esistono, decida di ingentilire le tristi e sporche fronde che costeggiano il percorso serale degli immigrati in rientro dal lavoro e delle masse studentesche che vanno a “fare serata in centro”, e che la notte diventa non di rado teatro di episodi di sgradevole cronaca.

La linea della 90/91 è così famigerata che qualche anno fa i Club Dogo le dedicarono un verso di “Ciao proprio”: “Sto rap fa brutto come l’ultima corsa sopra la 91”. Quaranta chilometri, sessantacinque fermate, no stop: la nostra “circle line” di superficie, che però, rispetto a molte altre città, e Londra fra le prime, ha anche la funzione, fisica e simbolica, di separare due città: all’interno, il semi-centro elegante e il centro storico; oltre, la periferia con i caseggiati di periferia e nuova immigrazione, “l’oltre” di una città nata concentrica: Cerchia dei Navigli, Bastioni, “la circonvalla”, come direbbe il Milanese Imbruttito.

Il progetto di Armani, che pochi mesi fa ha festeggiato i novant’anni e probabilmente anche questa scelta y est pour quelque chose, insomma c’entra un po’,  ha previsto un intervento di restyling nel rispetto della struttura architettonica preesistente, razionalista, ma appare al contempo, e come fa sapere, “moderno e avvolgente”. Grande felicità degli stylist e degli appassionati di arte, che finalmente e dopo oltre un anno ritrovano la Armani Libri, sollievo per le signore del circondario che, quando devono omaggiare qualcuno, acquistano bouquet o cioccolatini da lui. Se la festa di apertura, gloriosa, nel Duemila, si tenne all’interno e nella piazza antistante, questa volta sarà organizzata in via Borgognone, nel Teatro, subito dopo la sfilata di Emporio, a invito. Per il grande pubblico, invece, e già si prevedono code infinite, distribuzione gratuita in via Manzoni, su un’Apecar, di sportine e cartoline personalizzate sostenibili che potranno essere spedite da caselle postali dedicate per diffondere messaggi a sostegno dell’ambiente.

Che la moda abbia la necessità di affiancare il Comune nella tutela del verde e della sicurezza è abbastanza evidente anche dal lavoro che Tiziana Fausti, buyer extraordinaire, ha fatto nel restauro e nel rilancio di 10 Corso Como, acquistato poco più di due anni fa sull’orlo del fallimento: se la via è tornata a respirare molto si deve a tenace ed elegantissima bergamasca che ha stretto alleanze e accordi con gli esercenti, provvedendo a ripulire e controllare la strada e il suo arredo. L’investimento molto visibile che Fausti ha fatto su quelle mura non consentiva il degrado verso il quale la via, lasciata a sé stessa, sembrava indirizzata.

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Autore
Il Foglio

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