C’è modo e modo di fare un campionato mondiale
- Postato il 20 ottobre 2025
- Di Il Foglio
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C’è modo e modo di fare un campionato mondiale
Mantenere l’unità e la coesione dell’universo scacchistico non è compito facile. Non lo era nel Diciannovesimo secolo, agli albori degli scacchi moderni, quando i primi campioni, legittimati da un gioco mirabolante e dalla reputazione che ne derivava, dettavano arbitrariamente le condizioni delle sfide che erano tenuti ad affrontare. Non lo era dopo il 1924, dopo la nascita della Fide, che solo con enormi difficoltà riuscì a imporre il principio della superiorità dell’istituzione del campionato del mondo sul campione stesso. Non lo era ai tempi dell’irrequieto (a dir poco) Bobby Fischer; a lui, tronfio del suo personalissimo e sterminato ego, quel principio stava decisamente stretto. Non lo era ai tempi di Garry Kasparov (il più grande di tutti), che, stanco di subire la strumentalizzazione di quel principio da parte di una Fide, a suo dire, eccessivamente partigiana nei confronti del suo acerrimo rivale, Anatoly Karpov, nel 1993 fondò la sua federazione parallela, la Pca. Iniziava, con la PCA, la “cattività avignonese” del mondo degli scacchi, risoltasi solo con il match di riunificazione del 2006 fra Vladimir Kramnik e Veselin Topalov.
Oggi la Fide ha una nuova gatta da pelare, e porta il nome di Magnus Carlsen. Il norvegese ha mantenuto la massima corona scacchistica per un decennio, prima di cederla, noncurante, e ritirarsi. C’è chi vede la causa della sua decisione nella noia di un Carlsen conscio della sua manifesta superiorità, chi nel timore di un Carlsen troppo orgoglioso per rischiare di perdere un gioiello così prezioso al primo sfidante di turno con un po’ di fortuna. Ma c’è altro. Carlsen, lungi dall’aver perso l’ambizione, ha invece quella del grande rinnovatore; sente di essere in grado di guidare l’andamento caotico del mondo degli scacchi nelle direzioni da lui scelte. Carlsen ha gli occhi puntati verso gli scacchi online, verso il freestyle, verso il gioco blitz e rapid (tutti ambiti in cui, non direi a caso, eccelle ancor più che altrove).
Durante lo Scisma d’Occidente, dal 1409 al 1414, la cristianità europea aveva visto fronteggiarsi ben tre diversi papi. L’universo scacchistico del 2026 vedrà ben cinque campioni del mondo: il campione “classico”, il vincitore della World Cup, il campione Rapid, il campione Blitz e il “Combined World Champion”, il vincitore di un torneo dal formato misto con varie cadenze di gioco. Tra il “conciliarismo” della Fide e le tendenze centripete di Carlsen, i “fedeli” scacchisti sono senza una solida guida. Come allora, più che una questione di fede, è una questione di forza.
La partita: Magnus Carlsen vs Alexander Grischuk, Linares 2009, 1-0
Una delle combinazioni più famose di Carlsen. Il Bianco ha già un netto vantaggio, ma Carlsen trova un sacrificio che oblitera totalmente le difese avversarie. Riesci a vederlo?