C’è l’ok dei soci, Mps va alla conquista di Mediobanca. Salvini prova a metterci il cappello

  • Postato il 17 aprile 2025
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Roma in marcia su Milano via Siena. Il 63,64% dei soci del Monte dei Paschi capitanati dal ministero dell’Economia, hanno approvato l’aumento di capitale da 13,3 miliardi di euro della banca toscana finalizzato all’acquisto di Mediobanca, che a sua volta è il primo azionista della cassaforte del Paese, le Generali. Se andrà in porto l’operazione, un’offerta in sole azioni che partirà tra giugno e luglio, sarà il coronamento di una storica battaglia del costruttore-editore romano Francesco Gaetano Caltagirone, secondo socio del Monte con poco meno del 10%, seguito a stretto giro dagli eredi Del Vecchio e dal Banco Bpm. Ma soprattutto, per il governo di destra, sarà la storica apertura di una breccia in quel che resta del salotto finanziario del Paese che, pur essendo un fantasma di quel che fu il tempio di Enrico Cuccia, custodisce ancora il più importante asset del Paese per proprietà mobiliari e immobiliari. Le Generali, appunto, che pure per l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, non saranno “una partecipazione cruciale per noi”.

“Lo Stato si è ritrovato con una banca scassata, poi l’ha risanata e ora è una principessa a cui tutti vogliono infilare la scarpetta”, dice il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dal palco della presentazione del settimanale economico finanziario del gruppo Angelucci, Moneta, parlando del risiko bancario e di Mps. Soltanto in aumenti di capitale tra il 2017 e il 2022 Mps è costata ai contribuenti 7 miliardi di euro, dei quali sono finora tornati indietro solo 2,6 miliardi con le cessioni del 2023 e del 2024. Se la conquista di Mediobanca sarà fatta, la quota del Tesoro scenderà dall’11 al 4% circa, mentre salirebbero le partecipazioni di Caltagirone, dei Del Vecchio e di Banca Mediolanum (Doris-Berlusconi) che sono azionisti anche di Piazzetta Cuccia. Non a caso secondo un profondo conoscitore del salotto milanese, Francesco Micheli, “Montepaschi di Siena è Lazzaro rialzato, Pantalone ha dato i quattrini per rimetterlo al mondo. Che acquisisca una banca con dei fondamentali formidabili è un paradosso. Io non critico l’operazione ma è un paradosso”, ha sentenziato il finanziere mercoledì 16 aprile durante la presentazione del suo nuovo libro Il capitalista riluttante.

Per il presidente del Monte, Nicola Maione, invece, l’operazione “porterà un beneficio a tutto il sistema bancario e anche all’economia del Paese. Siamo soddisfatti, è una grande operazione con una grande valenza industriale. Il consenso ottenuto ci dà ulteriore slancio, la strada tracciata è quella giusta”, ha detto al termine dell’assemblea che a varato la ricapitalizzazione a favore dell’offerta di scambio su Mediobanca. Orgoglio, poi, dall’amministratore delegato che ne rivendica la paternità: “È una operazione di cui mi sento orgogliosamente promotore. Innovativa, unica, non convenzionale”, ha detto nel corso dell’assise ribadendo che “è partita ed è stata ideata a novembre, le prime idee dopo l’annuncio di Unicredit dell’operazione su Bpm”. Nessuna interlocuzione, quindi, con il governo prima di quella data, ha detto rispondendo alla domanda del socio-giornalista di Report: “Noi non potevamo stare lì ad aspettare che qualcosa accadesse e abbiamo iniziato a ragionare su un’operazione nell’interesse degli azionisti, perché è meglio essere protagonisti che essere passivi”, ha aggiunto. Anche se ha confermato che l’ipotesi di un’integrazione tra Mps e Mediobanca era “stata presentata il 16 dicembre del 2022 al ministro Giorgetti, nel giorno del suo compleanno”, al quale Lovaglio avrebbe prospettato, per un’uscita del Tesoro dal capitale del Monte, tre strade: “Una andiamo sul mercato, un merger of equals e una operazione veramente trasformativa con Mediobanca. Poi tante cose sono successe, ma questa operazione ha questa origine”.

Non esattamente secondo Matteo Salvini, per il quale “oggi Banca Mps ha scritto un’altra pagina nella storia finanziaria del nostro Paese nonostante la sinistra, solo pochi anni fa, la volesse liquidare definitivamente. Gli azionisti del Monte hanno approvato i risultati per l’anno 2024, un altro bilancio straordinario che conferma tutta la fiducia che la Lega ha riposto in questo Istituto e nelle energie del suo territorio”. Quindi “nella prospettiva di creare ancora più valore per l’economia del nostro Paese, gli azionisti hanno approvato con larghissimo consenso l’aumento di capitale per l’Ops su Mediobanca. Sarà ovviamente il mercato a decidere ma conferma che la battaglia fatta per la sua esistenza dalla Lega era giusta”.

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Il Fatto Quotidiano

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